Ranucci accusa il sottosegretario Fazzolari di spionaggio: lui risponde con una denuncia

Ranucci accusa il sottosegretario Fazzolari di spionaggio: lui risponde con una denuncia

È incredibile pensare che, in un contesto di libertà di stampa, ci si possa ritrovare a dover affrontare minacce e inseguimenti. Eppure, questo è esattamente ciò che è accaduto al conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, il quale ha accusato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovambattista Fazzolari, di essere coinvolto in un’operazione inaccettabile. Durante un incontro al Parlamento europeo, sull’argomento della libertà di stampa organizzato da S&D, Ranucci ha rivelato di aver avuto prove concrete di persone che lo seguivano e lo filmavano. Ha anche insinuato che Fazzolari abbia persino attivato i servizi segreti per spiare le sue attività professionali.

Immediata è stata la reazione di Fazzolari, che ha apostrofato le affermazioni di Ranucci come deliranti, affermando che non ha la capacità di muovere i servizi di intelligence, e che, se anche avesse tale autorità, non sprecherebbe risorse per un individuo “inoffensivo” come Ranucci. Le parole di Fazzolari suonano come una beffa in un contesto già di per sé drammatico, sottolineando l’assurdità di una presunta operazione di sorveglianza su un giornalista.

Il presidente della Federazione nazionale della Stampa, Vittorio Di Trapani, ha immediatamente preso posizione, affermando che il governo ha l’obbligo di intervenire con chiarezza. Chiede che o venga smentita la notizia o che Fazzolari spieghi le ragioni dietro l’eventuale attivazione dei servizi segreti per monitorare Ranucci. Ma chi crede davvero che ci sia un interesse genuino nella protezione della libertà di informazione?

All’eco di Ranucci si è unito Sandro Ruotolo, europarlamentare del PD, che ha lanciato un appello ai parlamentari italiani affinché venga avviata un’interrogazione per fare chiarezza su quanto accaduto. La denuncia di Ranucci, se sostenuta da prove, rappresenterebbe un’invasione intollerabile del diritto di informare e un attacco frontale alla democrazia.

La realtà di questo increscioso episodio evidenzia le contraddizioni e le intollerabili incoerenze di un sistema che, da un lato, si vanta di difendere la libertà di stampa e, dall’altro, non esita a usare il potere statale per sorvegliare chi osa mettere in discussione le proprie narrazioni. È un perfetto esempio di come il malfunzionamento delle istituzioni possa portare a una gestione insensata delle risorse pubbliche, dove l’attenzione si concentra su una figura “inoffensiva”, mentre i veri problemi restano irrisolti.

Se solo le autorità avessero voglia di incanalare le loro energie verso un vero miglioramento della situazione, anziché trasformarsi in brutali caricature del potere, avremmo un paese migliore. Se a qualcuno interessasse davvero risolvere i problemi, magari si potrebbero considerare soluzioni serie, invece di rischiare di cadere nella farsa della gestione della sicurezza del proprio ego.Quando pensi che la situazione non possa peggiorare, ecco che emerge un piano geniale per rendere tutto ancora più insopportabile. I membri del M5S nella commissione di Vigilanza della Rai si scagliano con forza su un evento che definiscono «un abuso di potere inaccettabile». Ma chi sta davvero parlando di abuso di potere qui?

Un faro di ipocrisia

Le parole di indignazione risuonano come uno spettacolo tragicomico in un teatro di marionette. Questi rappresentanti, che dovrebbero essere i guardiani dei principi democratici, si ergono a paladini della giustizia. Sarà per caso che il loro milione di dichiarazioni è solo fumo negli occhi? Le contraddizioni si accumulano in un groviglio che fa rabbrividire: lottano per un sistema che loro stessi contribuiscono a distruggere.

Storie di malcontento

Fino a quando la gente deve sopportare le conseguenze? Prendiamo, ad esempio, un imprenditore locale che ha visto il suo sogno commerciale ridotto a brandelli da politiche scellerate. “La mia attività è scomparsa”, racconta, con il viso segnato dalla frustrazione. E nel frattempo, i nostri eroi della politica sono impegnati in uno show di simulazione. Complimenti! Ecco un altro caso di pura assurdità.

Se il sistema fosse uno scherzo

È come se avessimo un sistema che, invece di sostenere l’innovazione e il progresso, fosse dedicato a scartare le risorse in modo scandaloso. Le promesse e le affermazioni fittizie di efficienza somigliano a un brutto sogno di cui nessuno riesce a svegliarsi. E, naturalmente, ci saranno sempre i bersagli perfetti: le piccole e medie imprese, i cittadini comuni, che non fanno altro che subire.

Afferriamo una soluzione… o no?

Possibili soluzioni? Certamente! Se solo qualcuno avesse mai avuto la cortesia di implementarle. Ma, va bene, continuiamo a sprecare opportunità mentre il mondo intorno a noi avanza. Potremmo prendere spunti dai paesi che hanno fatto della innovazione e dell’efficienza una priorità, ma chi se ne importa? Qui in Italia, siamo troppo occupati a mostrarci nel nostro dramma quotidiano.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

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