Un progetto che vuole far dialogare arti contemporanee e scienze marine, puntando a farci finalmente capire qualcosa sul Mediterraneo e le sue emergenze: tutto questo è partito dall’Italia ed è già in cammino da due anni, con tappe sulle isole di Ustica, Gozo e Alonissos. Si chiama “Art4Sea”, ed è un’esclusiva chiamata d’aiuto artistico pensata dall’Unesco, in salsa europea, per sensibilizzarci sull’inquinamento marino e i cambiamenti climatici, così da farci sentire responsabili del mare che ci circonda.
Già, perché niente dice “salviamo l’ambiente” come murales, installazioni digitali e statue sottomarine. Il progetto, finanziato dal Programma Creative Europe, vuole mettere insieme creativi, artisti, esperti digitali e oceanografi per creare opere “site-specific” che non siano solo belle da vedere ma capaci di scuotere le coscienze delle comunità locali delle isole coinvolte. In altre parole, una multiculturalissima festa dell’arte con un pretesto ambientalista.
Dopo le residenze artistiche del 2024, finalmente anche sull’isola di Ustica otto artisti avranno il palco che meritano per presentare le loro opere rarefatte: murales giganti, installazioni sonore, opere digitali immersive e, ciliegina sulla torta, una statua sott’acqua per chi ama guardare il mare dalla riva con occhiali 3D. Inutile dire che non mancheranno gli spettacoli, le danze e l’arte visuale, il tutto concentrato durante un evento triennale chiamato Ustica Sommersa, programmato dal 10 al 12 settembre, che trasformerà il cuore del borgo in una galleria a cielo aperto… o meglio, a cielo e mare aperti.
Immaginatevi circa trenta spettacoli contemporanei che invaderanno ogni angolo dell’isola, con la comunità locale che farà da protagonista coerente e piuttosto entusiasta. Dell’ambientalismo verremo travolti senza scampo, perché l’ecosistema marino è il vero protagonista, da difendere non solo sotto la superficie delle acque, ma anche sotto quella delle abitudini e dei pensieri di ogni visitatore fugace o residente.
L’idea è quella di svelare il mare “sommerso” in tutte le sue forme, pescando memoria, natura, arte e comunità dalla profondità delle acque e dalla complessità della cultura locale. Ogni tappa, ogni installazione sarà come una finestra spalancata su questo dialogo vitale tra uomo e ambiente, territorio e ricordo, ora e futuro. Ma non è solo un evento d’arte, no no: è una vera e propria esperienza collettiva, fatta di condivisione e riflessione, che promette di rigenerare la cultura e la consapevolezza ambientale, rigorosamente con vista sul mare.
Tutto questo grazie alla direzione artistica di Pino Di Buduo e il qualificato lavoro del Teatro Potlach di Fara Sabina, che insieme hanno costruito un itinerario culturale capace di far parlare l’isola come non mai, tra arte, natura e comunità. Inutile dire che vedremo tutte e otto le opere selezionate, pronte a farci discutere, riflettere, e forse anche a farci sentire un po’ più cittadini del Mediterraneo e custodi del suo tesoro sommerso – o almeno a provarci.
Poi c’è Natalia Wilk (Polonia), una danzatrice subacquea, artista video e stuntwoman, perché uno stupido mestiere non basta mai. La sua “Wake Up to Disappear” è un viaggio poetico tra le onde, interrogandoci su quanto siamo bravi a convivere con il mare: spoiler, non molto.
Simon Duflo (Francia) ci regala un cortometraggio VR immersivo, “Ustica VR”, dove potremo toccare con mano il mondo dell’apnea nell’idilliaca Ustica. Perché guardare la realtà normale quando puoi deprimerti in realtà virtuale?
Non poteva mancare Annika Boll (Germania), con “you don’t know what love is”: un video poetico immersivo che unisce amore perduto e perdita ecologica, attraversando coralli sbiancati e scelte invisibili, come un film drammatico ma subacqueo. “Rifletti sul tuo impatto ambientale”, ti sussurra in modo delicato… ovviamente mentre ti intrattiene.
Ah, e ovviamente non potevano mancare i soliti esperti di sculture subacquee e murales, perché senza loro l’arte sarebbe solo pittura su tela, che noia! Presenti sull’isola gli artisti che hanno torturato acqua e cemento: Davide Galbiati, italo-francese, ha creato “The Queen of the Corals”, un’effigie femminile che funge da guardiana del mare e della rinascita. Presentata come un capolavoro, verrà scaricata al porto di Ustica e piazzata vicino a Cala Giacona l’11 settembre: un must vedere per chi ama l’arte sommersa e i coralli con la corona.
Le regine dei murales, perché qui la leadership è donna, includono Mariana Duarte Santos (Portogallo), con “Beneath the Surface”, un murale che rivela la vita sottomarina e il potere quasi mistico delle alghe marine. Chissà se qualcuno scoprirà mai il potere segreto delle alghe, ma intanto è un bel dipinto.
Poi c’è Silvia Gadda (Italia), che ha deciso di onorare la Posidonia con il suo “Guardians”, un murale che celebra il profondo abbraccio tra l’uomo e il mare. Quanto romanticismo ecologico, ci sciogliamo tutti.
Chiudiamo con la spagnola Amanda Arrou-Tea, che davanti al porto dipinge “Mermaids Do Take Care of the Ocean”, un appello neanche troppo velato a prendersi cura dei poveri coralli, protagonisti spesso dimenticati eppure così instagrammabili. Tutte queste opere murali saranno concluse tra l’11 e il 13 settembre: l’evento perfetto per chi ama la street art e le passeggiate con aria di profondo significato.