Dopo cinque anni di comando, Luca de Meo ha deciso di abbandonare il timone del Gruppo Renault. E no, non è una crisi di mezza età ma, a quanto pare, una vera e propria sete di “nuove sfide” lontano dall’industria automobilistica. La notizia è arrivata tramite un comunicato ufficiale, con l’aria di chi ha già un piano ben preciso in tasca.
Il Consiglio di Amministrazione, presieduto da Jean-Dominique Senard, ha messo le mani avanti ringraziando calorosamente De Meo per aver “ripreso e trasformato il Gruppo Renault”. Ma prima di mettersi a piangere, è importante sapere che le dimissioni dell’amministratore delegato diventeranno operative solo dal 15 luglio 2025, lasciando a lui tutto il tempo per salutare e magari sistemare qualche pratica. Fino ad allora, resterà al suo posto, con un piede ben piantato sull’acceleratore.
Non è un abbandono improvviso, però. Il Consiglio ha già acceso i riflettori sulla ricerca del prossimo amministratore delegato, basandosi su un piano di successione che qualcuno evidentemente aveva già in mente. Nel frattempo, hanno granché fiducia nel management attuale per continuare e, anzi, accelerare la trasformazione di Renault. Tradotto: si spera che il carro non deraglierà senza De Meo alla guida.
E qual è il grande progetto che spinge De Meo verso la nuova frontiera? Niente meno che il colosso del lusso Kering. Da qui al 15 luglio 2025, sarà impegnato a preparare il terreno per la svolta definitiva: prendere le redini come amministratore delegato di quella che è la holding francese di moda che racchiude marchi iconici. Nulla di meno, dunque, per chi ha deciso di passare dalle auto da corsa alle passerelle del lusso.
La mossa non è affatto casuale. Francois-Henri Pinault, attuale amministratore delegato e azionista di maggioranza di Kering, ha deciso di dividere le cariche di presidente e amministratore delegato, liberando così la poltrona più ambita e preparando il terreno a De Meo. Una successione morbida e studiata, che sembra già scritta nel copione della famiglia e degli azionisti. Da una centrale a combustione a un impero di moda: un bel salto, anche se non così inaspettato nel mondo delle élite manageriali.
Se i mercati dovessero esprimere un giudizio, non sembrano trovarsi tutti d’accordo. Mentre il titolo di Kering fa un balzo del 7,12%, sfiorando i 185 euro per azione, Renault prova la solita performance da montagne russe e lascia sul campo un più che significativo 6,16%, attestandosi a 40,40 euro. Insomma, il lusso incassa applausi, le quattro ruote invece qualche sospirone.