Da malata critica a sposa: la storia incredibile di Maria che ha celebrato il matrimonio in terapia intensiva a Palermo.
Una vicenda che sembra uscita da un film, ma invece è realtà : Maria, giovane donna di Malta, ha coronato il sogno di sposarsi con rito cattolico mentre combatteva contro una miocardite così grave da richiedere un trasferimento d’emergenza in elicottero a Palermo. Non proprio il classico scenario da matrimonio, vero?
Il quadro clinico di Maria era tale da necessitare il supporto dell’Ecmo, un dispositivo salvavita che fornisce ossigenazione extracorporea per chi ha problemi cardiaci e polmonari critici. La responsabile del reparto di Terapia Intensiva dell’Ismett, dottoressa Giovanna Panarello, ha guidato un team fino a Malta per recuperare Maria e portarla in Sicilia, dove è stata immediatamente accolta da un’équipe multidisciplinare e ricoverata in terapia intensiva sotto stretto controllo.
Maria, già unita civilmente al suo compagno, aveva un desiderio semplice ma potente: celebrare il matrimonio religioso. E, sorprendentemente, nonostante le sue condizioni critiche, il marito ha voluto trasformare questo gesto in un atto di amore e speranza. Quale modo migliore per sfidare la disperazione, se non promettere fede eterna tra tubi, monitor e macchinari?
Di straordinario c’è stato che, grazie all’impegno e alla sensibilità del personale dell’Ismett, la cerimonia si è potuta tenere proprio nel reparto di terapia intensiva, in un ambiente protetto e rigorosamente sotto supervisione medica. Sicurezza clinica sì, ma con un pizzico di romanticismo a dispetto di ogni pronostico.
Cinzia Di Benedetto, direttore sanitario dell’istituto, ha commentato l’evento ribadendo che per tutto il personale è stata una gioia vedere come l’amore possa alimentare la forza anche nei momenti più bui. Orgoglio istituzionale? Sicuramente, soprattutto per aver potuto esaudire un desiderio tanto umano quanto insolito, mantenendo alta la guardia sulla sicurezza del paziente.
Il caso di Maria non è un’eccezione isolata, ma un esempio concreto del Programma pazienti internazionali dell’Ismett, che da anni tratta cittadini stranieri alla ricerca di cure altamente specialistiche. Oggi circa il 3% dei pazienti proviene dall’estero, confermando il ruolo centrale dell’Istituto come punto di riferimento regionale nel bacino del Mediterraneo. Perché se c’è qualcosa che funziona davvero, a volte è proprio la medicina che supera i confini – e qualche volta anche le logiche della burocrazia sanitaria.



