Quando l’oro liquido diventa un miraggio: l’assurdità del prezzo dell’olio d’oliva

Quando l’oro liquido diventa un miraggio: l’assurdità del prezzo dell’olio d’oliva

Pensavi che il prezzo dell’olio d’oliva fosse già esagerato? Benvenuto nel 2025, dove l’inflazione non si accontenta di colpire i beni di lusso, ma si diverte a massacrare anche la bottiglia più umile nella tua dispensa. Dicono sia colpa del clima, delle speculazioni di mercato, delle crisi energetiche e persino delle malattie delle piante. Sarà. Ma alla fine, l’unica certezza è che tu paghi il conto, e loro incassano.

Perché funziona così male?

Chiariamoci: non è solo il clima. Certo, la siccità ha messo in ginocchio i produttori, e le coltivazioni devastate da fenomeni estremi sono sotto gli occhi di tutti. Ma come mai, magicamente, ogni volta che c’è una crisi, i prezzi raddoppiano o triplicano senza che nessuno ci metta un freno? Forse perché il settore è un’orgia di monopoli e speculatori che fanno lievitare i costi senza pietà?

Effetti devastanti sui cittadini

Con il prezzo dell’olio d’oliva schizzato alle stelle, il risultato è che intere famiglie si trovano a scegliere tra cucinare sano o pagare la bolletta del gas. Non è uno scherzo: il cibo base della dieta mediterranea, il simbolo della cultura culinaria italiana, è diventato un lusso. Intanto, gli scaffali si riempiono di prodotti importati di dubbia qualità, perché qualcuno ha deciso che risparmiare qualche centesimo è più importante della salute pubblica.

Le responsabilità di chi non muove un dito

Politiche agricole? Inesistenti. Controlli contro le frodi alimentari? Un’utopia. Sostegno reale ai piccoli produttori? Ma dai, chi ci crede più. Il sistema preferisce lasciare che siano i grandi distributori a dominare la scena, fregandosene se chi coltiva gli ulivi deve svendere tutto per sopravvivere. Nel frattempo, gli annunci governativi si limitano a un teatrale “stiamo monitorando la situazione”. Ah, che consolazione.

Soluzioni? Solo se nevica in estate

Potremmo parlare di incentivi seri per le coltivazioni sostenibili, di interventi per fermare la speculazione o di accordi internazionali per tutelare il settore. Ma tanto lo sappiamo tutti: nulla cambierà. Perché preoccuparsi di un problema che tocca ogni singolo cittadino quando si possono invece finanziare grandi opere inutili?

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