Un imprevisto colpo di scena nel tranquillo Piazzale Europa di Reggio Emilia: un uomo di 33 anni, pachistano richiedente asilo, ha deciso di valorizzare il suo talento con una performance di aggressione nei confronti di un ragazzino quattordicenne, usando la forza per imporre baci ostinati e indesiderati su bocca e altre parti del corpo. Qualcuno ha osato intervenire.
Come da copione, l’intervento di una cittadina attenta ha messo fine a questa deliziosa scenetta, allertando prontamente le forze dell’ordine e offrendo al povero ragazzo un sostegno fondamentale. Nel ruolo di protagonista, la giovane vittima, nonostante lo shock e il dolore, ha raccontato ogni dettaglio agli agenti, che hanno incredibilmente trovato conferma nei video di sorveglianza. Perché, certo, nulla dice “verità” come ore e ore di filmati scrupolosamente passati al vaglio per incastrare il colpevole.
Non contenti, gli investigatori si sono spinti fino a un casolare di campagna a Novellara, dove hanno sequestrato gli abiti del discriminato aggressore, quei misteriosi abiti immortalati nelle immagini. La polizia scientifica di Bologna, con la loro solita precisione anatomica, ha effettuato una meticolosa comparazione tra il volto dell’uomo catturato dalle telecamere e quello del sospettato, confermando che sì, avete capito bene, è proprio lui. Il cerchio si è chiuso mercoledì scorso, quando la Procura ha deciso di non farsi sfuggire l’occasione, emettendo il decreto di fermo, prontamente sancito dal Gip.
Un copione tristemente prevedibile con attori assai discussi
Insomma, un’ennesima storia da manuale dell’assurdo, dove la vulnerabilità dell’innocenza viene brutalmente calpestata, mentre le istituzioni si armano di videosorveglenza e controlli come se vivessimo in un film distopico. È quasi uno spettacolo comico vedere come la tecnologia e la presenza civica riescano a fornire la chiave per smascherare imputati che forse confidavano nell’anonimato e nell’indifferenza.
E ovviamente, quel dettaglio così banale eppure cruciale: un uomo richiedente asilo, straniero, colpevole del più infamante dei reati verso un minore. Chi poteva prevederlo? Una scena già vista che mette in mostra le contraddizioni di un sistema che da un lato accoglie, dall’altro è spesso incapace di vigilare davvero, consegnando pezzi di realtà drammaticamente ricorrenti sotto i riflettori.