La Camera dei Deputati si lancia in una crociata che farebbe impallidire persino gli attivisti più incalliti: raccolta differenziata, guerra spasmodica alla plastica, riciclo del cibo avanzato e – perché mai fermarsi – una mensa più grande aperta a chiunque, fontanelle d’acqua pubblica a volontà e addirittura uno scontrino parlante per mettere fine alle “fake news” sui prezzi della buvette. Non è uno scherzo, ma la realtà delle nuove attenzioni green e social-sognanti applicate al bilancio interno di Palazzo Madama.
Stefano Vaccari e Andrea De Maria hanno deciso di tutelare il futuro con la saggezza di chi guarda lontano: l’intelligenza artificiale. Nel loro ordine del giorno ci chiedono un “contributo supplementare” per migliorare la formazione del personale sulle tecnologie IA, perché chi siede tra quei banchi non deve rimanere indietro. Ma allo stesso tempo, non dimenticano la quotidianità: altra priorità – l’ampliamento della mensa, perché evidentemente non si mangia mai abbastanza in Parlamento.
Si passa dall’hi-tech al business culinario con l’onorevole Ilaria Fontana del M5s che vuole risolvere il problema della sospensione delle fontanelle per l’acqua pubblica, quell’acqua tanto cara al sindaco, che sembra invece una chimera dentro a Montecitorio. E non finisce qui: la deputata Laura Cavandoli della Lega scende in campo per difendere la mensa dall’onda “anti-casta”, smentendo quelle maldicenze sui pasti a prezzo ridotto. La sua proposta? Che ogni deputato riceva il report dettagliato delle spese, così da smontare “qualunque attacco pretestuoso”. Una brillante idea: la trasparenza armata contro la falsa indignazione popolare.
Parlando di cibo avanzato, Alessandro Caramiello (M5s) si fa portavoce di una causa talmente nobile che fa abbassare il capo anche al più scettico: dice basta alle sprechi alimentari e chiede che le eccedenze delle mense e del ristorante siano date in beneficenza. “Che magnanimità,” direte, “ma non è mica una novità?” Beh, non per Walter Rizzetto di FdI, che chiede di destinare in modo preciso il cibo fresco avanzato a enti caritatevoli, un tocco di concretezza alla solidarietà parlamentare.
Non solo green e solidarietà, anche un occhio attento alla vita familiare: Gilda Sportiello, dal M5s, si batte per le mamme di Montecitorio, sollevando l’arduo tema dell’allattamento e chiedendo spazi adeguati per farlo ovunque all’interno dell’aula più frequentata d’Italia. Dal Pd arriva invece la preoccupazione per il traffico: Andrea Casu chiede agevolazioni finanziarie o rimborsi per abbonamenti al trasporto pubblico per tutti coloro che lavorano stabilmente a Montecitorio. Insomma, una vera rivoluzione green-social in salsa parlamentare.
E naturalmente, la green economy è un collante che unisce i buoni propositi a prescindere dallo schieramento: Emma Pavanelli dei 5 stelle insiste per acquistare energia elettrica 100% certificata, come se rinnovare il filo elettrico potesse salvare la politica italiana da tutti i suoi guai cronici.
Passiamo poi ai deputati della XIX legislatura, che si dimostrano ambientalisti e pacifisti, un mix che fa sempre la sua figura. Francesco Silvestri (M5S) lancia la proposta di illuminare la facciata con i colori della bandiera della pace il 21 settembre, che è come dire “facciamo qualcosa di bello e simbolico, così sembriamo sensibili”. Nel frattempo, Leonardo Donno (M5S) va oltre la mera simbologia, proponendo una sanzione massima per chi fa appello alla violenza. Immancabile il riferimento alla sua drammatica esperienza personale, dopo l’aggressione subita in aula mentre si avvicinava al banco del governo con un Tricolore. Epidemia di vocazioni pacifiste oppure generazione “armi di mamma” con tessera politica?
E che sia oggi una giornata solenne si percepisce anche dall’omaggio a Giacomo Matteotti, il deputato socialista vittima della violenza fascista. Il Gruppo di Avs, con prima firma Devis Dori, chiede di collocare una targa sulla sua postazione, il celebre scranno numero 14 da cui pronunciò il suo ultimo discorso il 30 maggio 1924. Certo, un omaggio doveroso, ma che vive in un perfetto limbo tra memoria storica e opportunismo parlamentare. Un modo elegante per farsi vedere sensibili e “democratici” senza fare davvero nulla di concreto.
Infine, il gran finale: la questione dei famosi vitalizi e stipendi negli onorevoli palazzi. Riccardo Ricciardi, capogruppo del M5S, vuole che si mantenga la deliberazione del presidente Fico sui vitalizi “per contrastare ogni tentativo demolitorio”. Tradotto: “Non toccate i soldi, che qui si campa bene”. La collega Daniela Torto rincara la dose richiedendo addirittura di non adeguare gli stipendi parlamentari, preferendo una riduzione. Ma chissà se è davvero una proposta seria o solo un modo per prendersi applausi facili dal pubblico a casa, mentre intasca il suo lauto stipendio. Ah, la politica italiana, quel magico posto dove ancora si può essere ambientalisti, pacifisti, custodi della memoria e difensori del portafoglio tutto nello stesso tempo.



