Quando la meritocrazia è un optional: la sorella di Tironi fa il salto in Atv e chi osa dire no è un persecutore

Quando la meritocrazia è un optional: la sorella di Tironi fa il salto in Atv e chi osa dire no è un persecutore
incompatibilità nel settore dei trasporti. Chi l’avrebbe mai detto che la colpa di un mancato incarico potesse essere attribuita a una «discriminazione al contrario»? Bene, la sorella di Simona Tironi, assessore lombardo al lavoro, la Ramona Tironi, non è stata nominata nel consiglio di amministrazione dell’Azienda Trasporti Verona (ATV). Dopo ben 42 giorni di suspense, il sottosegretario ai rapporti con il Consiglio regionale, Mauro Piazza, salta fuori con una perla di saggezza: niente conflitti d’interesse, anzi, sarebbe stato il contrario.

Mauro Piazza sostiene senza alcuna ironia apparente che l’assenza di Ramona nel cda di ATV non solo non è un problema di incompatibilità, ma addirittura una discriminazione al contrario. La motivazione? ATV opera solo in Veneto, mentre la famosa sorella è associata a un assessore della Regione Lombardia con deleghe che nulla c’entrano con i trasporti pubblici locali (Tpl). Davvero un bel giro di parole per giustificare quella che, altrimenti, sarebbe sembrata la logica dichiarazione di un semplice conflitto d’interessi familiare.

Pietro Bussolati e Alfredo Negri, che – nella loro infinita saggezza – avevano notato come l’imparentamento fosse un dettaglio intrigante soprattutto considerando l’azionariato: siamo infatti di fronte ad una società per azioni controllata al 50% da Ferrovie Nord Milano. E indovinate un po’? La maggioranza dell’azionariato di FNM è detenuta dal glorioso Pirellone, con il 57,57% delle quote, ovvero proprio la Regione Lombardia, territorio della “famiglia” Tironi. Ma non chiamatela interferenza: la Regione insiste che il proprio zampino nell’affaire sia stato un tabù, un atto «irrituale» o, se vogliamo esagerare, «contra legem» – parola di sottosegretario.

E poiché ogni favola che si rispetti deve avere il suo lieto fine, il signor Piazza arriva a rassicurarci su come tutto sia stato fatto secondo il codice civile e, naturalmente, secondo i sacri principi della corporate governance. Il potere della maggioranza? Non è mai illimitato, grazie al cielo! C’è persino una tutela per le minoranze, il mercato e l’autonomia degli amministratori. Insomma, una sinfonia perfetta di regole che impedisce qualsiasi abuso, soprattutto quando in ballo ci sono sorelle e assessori.

discriminazione al contrario. Non stupitevi se il buon senso, la trasparenza e la meritocrazia sembrano aver preso uno di quei treni che non passano mai da Verona.

Ramona Tironi aveva davvero un profilo professionale “coerente e adeguato” per essere nominata nell’azienda trasporti di Verona? A quanto pare, la risposta ricevuta non solo accende ulteriormente i sospetti sul caso, ma soprattutto “inquieta” per quel magico rischio di “discriminazione al contrario”.

Oh, che mirabile paradosso! Non è possibile nemmeno visionare il curriculum della fortunata nominata per apprezzare le sue presunte esperienze nel settore. Un dettaglio irrilevante, ovviamente, quando si tratta di giustificare queste brillanti decisioni politiche.

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