Quando pensavi che la tua prossima vacanza con Qantas sarebbe stata solo relax, ecco arrivare l’inaspettato bonus: una violazione dei dati personali di ben sei milioni di clienti. Sì, proprio così. La compagnia aerea australiana ha subito un attacco informatico che ha colpito una delle sue piattaforme di assistenza clienti. Un “piccolo inconveniente”, dicono loro, che ha permesso a un malintenzionato di accedere a informazioni sensibili.
L’attacco, descritto come un’intrusione a un call center, ha violato una piattaforma dedicata al supporto clienti. Dette queste cose, niente panico! Secondo Qantas, l’attacco non ha inciso minimamente sulle operazioni dell’aeroporto né sulla sicurezza dei voli. Insomma, potrai almeno volare tranquillo mentre i tuoi dati personali fanno una piccola vacanza non autorizzata.
Premendo il pedale dell’incertezza, la compagnia ha fatto sapere di aver pizzicato “attività insolite” già lunedì scorso, reagendo immediatamente con qualche “provvedimento”. Tradotto: stanno correndo dietro ai pirati informatici che, evidentemente, sono stati più veloci di loro nel trafugare dati come nome, e-mail, telefono, data di nascita e perfino il numero frequente flyer. Insomma, quei dettagli che ti ritrovi sempre a digitare con la speranza che nessuno li rubi.
Non tutto è perduto, assicurano: nessun dato particolarmente scottante come numeri di carte di credito, informazioni finanziarie o dati del passaporto è finito nelle mani sbagliate. Ma naturalmente, quando si parla di “percentuale significativa” di dati rubati, il sorriso non è esattamente quello della pubblicità.
Per rendere la situazione ancora più “tranquillante”, l’investigazione coinvolge direttamente l’Australian Cybersecurity Centre e la polizia federale australiana, perché ovviamente parliamo di un vero e proprio reato. La serietà c’è, il che rende però ancora più bizzarro il rassicurante “scusate per l’incertezza” diramato da Vanessa Hudson, amministratore delegato di Qantas. Un modo elegante per dire: “Oops, ci hanno bucato, sappiatelo”.
Per chi si stava chiedendo se questa fosse solo una questione australiana, l’attacco cade proprio a pochi giorni da un avviso dell’FBI, che ha segnalato come il settore del trasporto aereo stia diventando un bersaglio preferito da gruppi di cybercriminali, con nomi da film come “Scattered Spider”. Niente di rassicurante, insomma, per chi aveva in mente una vacanza senza pensieri.



