Quando il conteggio delle vittime diventa una routine: quasi 100 morti e nessuno sembra battere ciglio da giugno

Quando il conteggio delle vittime diventa una routine: quasi 100 morti e nessuno sembra battere ciglio da giugno

Il bollettino degli incidenti sulle montagne italiane sembra una tragedia senza fine: 83 morti confermati al 23 luglio, quasi tre vittime al giorno a partire dal 21 giugno. Se pensavate fosse un dato stabile, preparatevi a perdere il conto, perché con gli ultimi incidenti il numero è destinato a salire ancora.

Simone Alessandrini del Soccorso alpino getta benzina sul fuoco: dall’inizio dell’estate, si registra un incremento del 15-20% degli incidenti, alcuni persino mortali, rispetto all’anno precedente. Piccolo dettaglio: nonostante si tenti di aggiornare i numeri, è praticamente impossibile. Evidentemente il caos regna sovrano tra rocce e sentieri.

Non sorprendetevi se i soccorsi continuano senza sosta: le chiamate per malori sono frequenti, ma la ragione principale rimane la classica caduta scivolosa. Naturalmente, tutto può dipendere da un dettaglio da nulla, come scegliere la scarpa sbagliata o distrarsi un secondo. Poi ci sono i consueti ‘ingredienti’ fatali: imperizia, incoscienza e una spruzzata di fatalità che fanno da cocktail mortale per chi si avventura in montagna senza la minima preparazione.

La montagna non è una passeggiata al centro commerciale, eppure molti la affrontano senza alcun rispetto per il terreno o per la propria sicurezza. Alessandrini non perde occasione per ricordarci che tantissimi aspiranti alpinisti sono mossi più dal desiderio di finire in un selfie virale o in un video da vetta da milioni di visualizzazioni, che da un minimo di buon senso. E sì, questo cocktail di vanità e incoscienza continua a mietere vittime.

Un consiglio superfluo, ma necessario: basta camminare distratti! Imparate a leggere un sentiero, studiate bene gli itinerari prima di partire e, soprattutto, equipaggiatevi come si deve. Scarpe da ginnastica di città sono la ricetta perfetta per una caduta spettacolare. E guai ad affrontare i sentieri con una maglietta di cotone o, ancor meglio, in pantaloncini sperando di sopravvivere senza acqua.

In poche parole, se decidete di salire in pantaloncini, magari senza una goccia d’acqua, state seriamente negoziando con la morte. Ma forse è proprio questo il fascino perverso dell’incoscienza montanara.

Ci viene in soccorso, letteralmente, l’app gratuita Georesq, pensata per trasmettere un allarme diretto al Soccorso alpino, con posizione e percorso precisi. Ovviamente, un aiuto utile, ma che nulla può contro la stupidità umana che sale sui sentieri con più ambizione che prudenza.

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