Quando il caldo ti svuota il portafogli più di due settimane di sciopero: benvenuti nell’Italia dell’afa insopportabile

Quando il caldo ti svuota il portafogli più di due settimane di sciopero: benvenuti nell’Italia dell’afa insopportabile
Le ondate di calore che stanno arroventando il sud Europa, con record di temperature in Francia, Spagna e Portogallo, non si limitano a rovinare la nostra salute ma si portano dietro un conto salato anche per l’economia. Uno studio condotto dopo l’estate infernale del 2023, riportato da numerosi esperti, ha quantificato che un solo giorno con temperature oltre i 32 gradi Celsius può costare a un Paese l’equivalente di mezza giornata di sciopero.

Le ondate di calore e l’asfissiante afa che stanno strangolando l’Europa meridionale non provocano solo mal di testa e aria condizionata sempre al massimo, ma pesano in modo consistente sul funzionamento delle attività produttive. Numeri alla mano, se la temperatura sfora i 32 gradi, ogni giorno si traduce in un danno economico paragonabile a quello di una mezza giornata di astensione dal lavoro.

Nel recente passato, chi osserva i dati ha notato come gli effetti della calura siano tutt’altro che simbolici. Mentre il ministero della Salute in Francia ha già proclamato un’estate da incubo, con caldo record quasi quotidiano, le stime per il 2025 suggeriscono un esborso per miliardi di euro legato esclusivamente alle temperature torride.

L’economia, invece di correre, sembra rallentare sotto il peso delle condizioni climatiche peggiorative. Chi lavora all’aperto, chi muove ingranaggi industriali e perfino i settori terziari più sensibili, tutti subiscono un contraccolpo. Il caldo non fa sconti né alle aziende né ai lavoratori, e la produttività, si sa, è direttamente proporzionale al comfort termico – un lusso che in queste estati sembrano potersi permettere in pochi.

Così, mentre ci stiamo abituando a temperature equivalenti a quelle di un forno industriale acceso dal mattino alla sera, le conseguenze si fanno sentire anche sui nostri portafogli. E pensare che basterebbe un po’ di buon senso e politiche lungimiranti per affrontare il problema.

Una realtà che però qualcuno preferisce ignorare o sottovalutare, continuando a brindare con cocktail ghiacciati mentre la Terra suda e l’economia sussulta sotto la morsa del caldo. E intanto, i banchieri si grattano la testa calva cercando di capire come trasformare una giornata di calura in un modello di profitto. Buona fortuna.

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