Puglia in guerra contro Israele: Silvia Godelli svela il gioco sporco dei politici in cerca di voti e consensi, mentre l’antisemitismo si fa strada senza vergogna.

Puglia in guerra contro Israele: Silvia Godelli svela il gioco sporco dei politici in cerca di voti e consensi, mentre l’antisemitismo si fa strada senza vergogna.

La celebre docente universitaria Silvia Godelli, che ha avuto l’onore di ricoprire ruoli di prestigio nella giunta di Nichi Vendola, nonché appartenente a una famiglia ebraica con legami in Israele, sembra non prendere bene le ultime decisioni del Comune e della Regione riguardo ai drammatici eventi a Gaza. Chissà perché, ma a quanto pare, la sua indignazione non è affatto una novità, dato che si stava già chiedendo quale fosse il vero senso di solidarietà che ispira i nostri governanti. Non potrebbe essere un fantastico contagio emotivo anti-israeliano, diciamo?!

È incredibile come il detto “dalli all’untore” si traduca in voti e consenso. Ma alla fine, chi si preoccupa di trovare una soluzione a questo conflitto? Non certo i nostri saggi leader. Godelli si sente inorridita, ovviamente, dalla denuncia delle azioni del governo israeliano, ma sembra che il buon vecchio Hamas e il terrorismo islamista non suscitino lo stesso orrore. Qui si fa capire che l’unica spiegazione plausibile per tutti questi disastri sia l’esistenza di Israele. Ma chi l’avrebbe mai detto?

Passando a un’altra questione, Godelli ha espresso il suo vibrante disaccordo riguardo a chi propone di interrompere i rapporti economici e culturali. Qui ci troviamo di fronte a un vero e proprio dibattito di alta levatura! Dovremmo boicottare l’intero pianeta, mi sembra un’idea brillante. Perché, in fondo, i boicottaggi colpiscono il popolo – e, ahimè, gli oppositori dei governi che avremmo tanto piacere a combattere – non solo le élite politiche.

Ma ecco la parte migliore: ci si aspetta che siano gli stessi israeliani a risolvere i problemi e a mandare via Netanyahu, come se il divano di casa fosse diventato un’assemblea pubblica per discutere di geopolitica. Forse potremmo anche organizzare una bella manifestazione davanti al frigorifero! Ma non finisce qui: ci vogliono pure missioni internazionali (chi lo avrebbe mai detto!), come se l’Unione Europea e le Nazioni Unite potessero finalmente smettere di organizzare convegni e passare all’azione. La guerra, oh sorpresa, non è un monologo: ci sono gli islamisti pronti a menar le mani, finanziati a dovere per armamenti e tunnel, mentre l’appello a Israele di fermare la violenza sembra una favoletta seria.

Infine, nel immenso teatro del conflitto, pare che la pace sia un gioco di squadra e non solo un sogno in un cuscino. Ma chiunque abbia la brillante idea di chiedere l’accettazione dell’esistenza di Israele da parte dei palestinesi, potrebbe scoprire che ci vorrà un miracolo o due. Ma, ehi, almeno il dibattito è acceso e il sarcasmo non manca mai!

Immaginate un mondo in cui gli scambi culturali e universitari venissero bloccati. Che effetto avrebbe? Pare che il risultato sarebbe quello di isolare non solo gli studiosi e i ricercatori, ma anche gli artisti. Sorprendente, vero? In fondo, chi se ne frega degli arabi palestinesi che affollano le università israeliane, giusto? E che dire di quei predicatori del boicottaggio che non conoscono neanche il numero di brevetti israeliani che affollano i loro amati smartphone e computer? Ma davvero vogliamo rinunciare a tutte quelle miracolose tecnologie mediche che, senza alcun dubbio, sono state concepite nei laboratori israeliani? E in Puglia, che dire del farmaco che ha fermato la Xylella? No, facciamo sul serio, boicottiamo tutto!

Passiamo a una storica rappresentante della sinistra, di origine ebraica, naturalmente. Tra una settimana, come se nulla fosse, ci saranno ben due manifestazioni della sinistra. E come sta vivendo questa fase politica? Non perdete la pazienza, perché lei ci informa che fa parte di un’associazione nazionale chiamata “Sinistra per Israele. Due popoli, due Stati”. Un bel titolo, vero? Ma attenzione, non solo ebrei sono membri, ma anche cittadini di vario genere che sostengono entrambi i popoli. Che nobile missione, combattere ogni forma di antisemitismo e antisionismo! Ma di questo avremo modo di discutere in seguito, promesso.

Ma parliamo delle manifestazioni pro-palestina. Ci sono segnali di antisemitismo in arrivo? Ah, l’antisemitismo, sempre un tema scottante! La storica osserva un evidente “sdoganamento” di questo sentimento tanto radicato nella nostra società. È incredibile come certi atteggiamenti possano venire a galla quando ci si aspetta di meno. Ci vorrà un po’ di tempo prima che si possa prendere atto di questa realtà, immagino.

Infine, passiamo ai famosi “Due territori, due Stati”: un sogno o una realtà? Naturalmente, la risposta giusta è che “senza sogni non ci sarebbe alcun cambiamento”. Sì, perché i sogni, in fondo, portano con sé speranza, impegno e magari un futuro luminoso. Ottima conclusione, davvero.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!