Ah, la bellezza della governance! In un mondo perfetto, riunioni straordinarie di giunta servirebbero a prendere decisioni sballottate dal buon senso. Ma ecco che, nella grande opera di magia contabile, la soluzione per risolvere il deficit sanitario è comparsa come un coniglio da un cilindro, a patto però che il Consiglio regionale faccia il suo dovere e approvi la legge entro mercoledì prossimo. Altrimenti, beh, si sa: le tasse aumenteranno, ma chi se ne importa delle promesse fatte?
Dopo un’attenta analisi del confronto durante la riunione, in cui i sacri rappresentanti, Raffaele Piemontese e Fabiano Amati, hanno presentato le loro relazioni, emerge un quadro incantevole. Nel 2024, in fase di assestamento, si erano già accantonati 85 milioni, ma alla fine, sorpresa!, si scopre un deficit di ulteriori 80 milioni. Incredibile come le cifre possano fluttuare come in un ballo di carnevale, non è vero? Ma non temete, gli uffici hanno trovato altri fondi, provenienti dai gloriosi ristori Covid e da economie vincolate. Davvero un colpo di genio!
Quindi, ricapitolando: mancavano 47 milioni che verranno recuperati grazie a un fantastico “extra-gettito”. I geni dei numeri hanno deciso che una parte della tassazione da Irpef e Iva possa essere anticipata alle Regioni. E, incredibile a dirsi, la Puglia è riuscita a incassare più di quanto le spettasse. Sarà il sole che splende su questa terra, o forse solo un po’ di fortuna economica? Che meraviglia!
Teoricamente, il surplus dovrebbe finire dritto nelle casse dello Stato. Ma in caso di deficit, all’amministrazione centrale non dispiace coprire la questione. Qui si parla di un extra-gettito pugliese di ben 125 milioni di euro! Soldi già in cassa, come se si trattasse di una vincita al lotto. Ma ahimè, la Regione ha deciso di restituirne subito 78 milioni. E indovinate un po’? I rimanenti 47 milioni, che servono per attenuare il deficit sanitario, sono dietro la porta, in attesa di un’approvazione che potrebbe non arrivare mai.
Una legge regionale che promette di trattenere somme e quindi, udite udite, evitare l’aumento delle tasse per i cittadini! Davvero un’innovazione, non trovate? Certo, le altre variazioni sono già state fatte da un provvedimento di giunta, ma perché fermarsi qui? La Regione Abruzzo ha già sperimentato questo metodo, e incredibilmente, il governo non ha nemmeno pensato di impugnare la cosa. Ma attenzione, i 47 milioni anche se trattenuti, dovranno comunque tornare nelle casse del governo, con un bel piano di restituzione su due anni. È un po’ come una roulette dell’autofinanziamento: tutti scommettono, ma chi vincerà?
La palla ora passa al Consiglio regionale, convocato e tutto, per il 29 aprile. Chissà se l’Aula avrà il coraggio di non accogliere le indicazioni della giunta; significherebbe davvero voler far ricadere il peso del deficit sulle spalle dei cittadini. Che mossa meravigliosa e piena di responsabilità!
Nel 2023, ci fu un disavanzo delle aziende sanitarie locali di 126 milioni, che è meno di quanto ci si aspetta per il 2024. Ma, non temete! Solo 37 milioni furono coperti grazie all’assestamento di fine novembre dell’anno scorso e altri 50 milioni sono stati magicamente inseriti nel bilancio di previsione. E i 39 milioni rimanenti? Bah, sono stati “assicurati” grazie al prelevamento di risorse dai meravigliosi «avanzi vincolati di parte corrente» del bilancio autonomo. Roba da non credere, la genialità all’opera!
Fatto sta che il fondo per la sanità assegnato alla Puglia, che ammonta a 8,6 miliardi (che non sono noccioline), sembra sempre meno capiente. Ma chi l’avrebbe mai detto? Le reali esigenze dei pazienti e il trend delle cure richieste non seguono la stessa barca, anzi vanno in direzioni opposte. Certo, la razionalizzazione della spesa è un’ottima strategia per mettere un freno alla folle corsa al rialzo, ma con lo spopolamento del territorio (meno di 3,9 milioni di residenti) e un aumento dell’aspettativa di vita, cosa ci si aspetta? Una magia?