Politica in stallo: minoranza e governo giocano a rimpalla sul bilancio senza smettere di litigare

Politica in stallo: minoranza e governo giocano a rimpalla sul bilancio senza smettere di litigare

Le trattative promettono di essere uno spettacolo degno di un thriller politico, con la complicata ragnatela che si ricompone ogni volta come la tela di Penelope. Il 23 luglio, la minoranza ha di nuovo sottoposto le sue fantasiose proposte agli assessori Mario Tonina e Achille Spinelli insieme agli esperti tecnici della provincia. Peccato che, finché il mitico governatore Maurizio Fugatti non decide di scendere personalmente in campo, si resterà fermi a contemplare il nulla. Infatti, il 24 luglio, proprio lo stesso presidente si presenterà in aula, fresco di un pellegrinaggio romano per un confronto con il ministro Matteo Salvini sull’A22, giusto in tempo per replicare agli interventi della minoranza, perché nulla dice “risoluzione immediata delle crisi” come una replica a mo’ di combattimento dialettico.

L’aria tra consiglieri di maggioranza e minoranza è quella perfetta per un braccio di ferro che si trascinerà chissà fino a quando. Alcuni ottimisti paventano una possibile chiusura tra sabato e domenica, a patto che non si decida di andare avanti a trattare fino all’alba – ma, onestamente, scommetterei più sull’alba che su una fine rapida.

I 17mila emendamenti: il capolavoro dell’ostruzionismo

Ah, il famigerato filone degli emendamenti ostruzionistici: ben oltre 17mila pezzi di carta, un vero manuale di come allungare i tempi e sprecare risorse con stile. Il punto cruciale che potrebbe far tirare un sospiro di sollievo a tutti (o almeno a qualcuno) è il cosiddetto bonus per il terzo figlio. Naturalmente, cosa c’è di meglio di un incentivo alla natalità come ago della bilancia politica? Tuttavia, Fugatti sembra non essere disposto a fare marcia indietro su questa misura, soprattutto dopo il ritiro del brillante emendamento firmato da Eleonora Angeli.

Dal canto suo, Ada propone un piano alternativo a dir poco audace: un sostegno alla genitorialità che si estende fino ai dieci anni per tutti i figli, modulato in base all’Icef. Tradotto in pratica: allungare la sovvenzione per la natalità dai classici tre anni fino ai dieci, e partire da… udite udite… il primo figlio. Naturalmente, questa proposta non è affatto economica, con un conto finale che si alza di 25 milioni rispetto al bonus per il terzo figlio.

Da oggi, dunque, maggioranza e opposizione si cimenteranno in quello che promette di essere un balletto di compromessi necessari – o meglio, un lento braccio di ferro teso a trovare un punto di caduta che accontenti tutti, o quasi.

Terzo figlio e sanità: un menù ricco di promesse

Il bonus per il terzo figlio non è certo l’unica bomba a orologeria che verrà piazzata sul tavolo delle trattative. Sempre Ada si prepara a complicare ulteriormente le cose con proposte che riguardano l’infrastruttura – o sarebbe meglio chiamarla “incompiuta” – della sanità locale, proponendo un aumento delle risorse destinate ai contratti del comparto.