Pedemontana inquinata? Il costruttore fa il santo: «Non è colpa nostra»

Pedemontana inquinata? Il costruttore fa il santo: «Non è colpa nostra»

«Escludiamo categoricamente che la contaminazione da Pfba nelle acque di drenaggio della galleria di Malo dipenda dai materiali usati per la realizzazione della galleria». Parola di Claudio Dogliani, amministratore delegato di Sis, l’illuminato concessionario e realizzatore della superstrada Pedemontana. Niente meno che un errore di calcolo tragicomico: un rapporto IspraArpav pubblicato qualche settimana fa ci suggeriva un imminente disastro ambientale generato da un certo composto chimico della famiglia dei Pfas che sta inquinando le falde superficiali e sotterranee. Ma non preoccupatevi: per Dogliani, la colpa non è mica loro.

La provocatoria voce di un accelerante di presa usato nel calcestruzzo per la centina della volta della galleria arriva direttamente da una nota tecnica della Regione, prodotta in seguito alla puntuale denuncia del gruppo consigliare del Partito Democratico in Regione. E come reagisce il nostro eroe Dogliani? Respinge l’«accusa» con grande stile, ignorando splendidamente il fatto che la Regione – che ha tutta l’aria di sapere di cosa parla – abbia specificato che questo prodotto è diffusissimo in edilizia e che, ovviamente, all’epoca non si sapeva nulla di Pfba e compagnia bella nell’accelerante usato per la galleria di Malo.

Dogliani si esprime così, da vero pilastro della trasparenza:

«Che quel contaminante derivi dai prodotti usati per la realizzazione della galleria? Lo escludo. L’abbiamo rilevato dalle acque di falda ma a noi non risulta e, ripeto, lo escludo categoricamente. Ciò detto, noi stiamo trattando tutta l’acqua con tutti i sistemi di filtraggio da più di un anno, e con costi ulteriori. Però la fonte di questa contaminazione, a oggi, non è nota nonostante tutti gli accertamenti fatti sui materiali utilizzati».

Insomma, una quarantena di giornate spese a investigare senza trovare nulla e poi… sorpresa! Nulla è cambiato, e la “fonte misteriosa” continua a danzare nel buio come una figura leggendaria da cacciare. Chapeau.

Ma il nostro Dogliani non si limita a smentire, no no. Si vanta difendendo una «piena e ampia collaborazione» con la Regione, che – come noto – è la concessione stessa di questa superstrada (nadella logica del cerchio perfetto). Perché, dice, bisogna installare una serie di sofisticatissimi sistemi di filtraggio a carbone attivo per arginare il disastro in atto e filtrare l’acqua dai drenaggi delle gallerie. Perché sciacallare senza filtri, si sa, è da dilettanti.

Che gioia scoprire che metà del Veneto è ormai una piccola perla contaminata dai Pfas, quegli eterni “fantasmi” chimici che continuano a perseguitarci. Nel frattempo, in un tripudio di coordinazione, la Regione si fa bella davanti a tutti dichiarando di stare “operando in totale sintonia”. Sì, coordinati come una sinfonia stonata, mentre una commissione nazionale tenta di decifrare il puzzle di un impatto ambientale che, con l’introduzione di una nuova matrice ambientale, diventa improvvisamente “complesso” e meritevole di ulteriori studi. Peccato che la commissione VIA nazionale abbia la facoltà di decidere solo quando avrà finito di leggere tra le righe dei documenti inviati a luglio 2025, secondo una nota ufficiale che suona più come un tentativo di mettere le mani avanti.

Dogliani, con il fatalismo di chi si ritrova a raccogliere i cocci altrui, si limita ad alzare le spalle: “Vedremo cosa decidono, ma noi siamo vittime di questa situazione, cominciando dall’onere del contenimento”. Grazie mille per l’arduo lavoro, perché ricordiamolo, mezzo Veneto è contaminato dai Pfas, ma non importa troppo perché, almeno, siamo “coordinati”.

Non si è certo fatta pregare la star del momento, Giovanni Manildo, il paladino del centrosinistra, sempre pronto a segnare un gol contro chi ha governato per trent’anni. La sua è una performance da brivido: “La notizia di un possibile rischio ambientale dovuto ai Pfas nei materiali della Pedemontana non è un semplice sospetto, ma un’allerta dall’ISPRA, uno degli enti più autorevoli in Italia”. Parole da mantra, enfatizzate come se fosse l’Apocalisse imminente.

Manildo dipinge un quadro apocalittico di un Veneto martoriato da eventi meteorologici estremi, crisi idrogeologiche e comunità vittime dell’inquinamento, mentre chi ha governato ha ignorato tutto, inseguendo una crescita “a ogni costo”, dove sostenibilità è solo un “dettaglio”, salute un “optional”, e qualità della vita una parola da Wikipedia. Che epifania! Proprio quello che serviva, un classico richiamo “noi siamo diversi”, “noi guardiamo avanti”, slogan più infantili di una pubblicità di succhi di frutta.

Domani, il nostro eroe torna a calcare le scene di Treviso per il primo evento pubblico, probabilmente pronto a rifilare l’ennesima sfuriata contro la “tribolata” Pedemontana, quella superstrada che sembra creata apposta per attirare guai ambientali. Quando non si fa più nulla per decenni, poi questo è il risultato: emergenze su emergenze, e politici con proclami ad effetto e zero soluzioni concrete.

In definitiva, la morale è sempre la stessa: lo sviluppo e la crescita sono sacri, ma secondo loro, quelli “dei decenni passati”, se ne fregavano della sostenibilità e del futuro, mentre l’attuale classe dirigente pensa davvero al domani… Peccato che il domani sembri esattamente uguale a ieri, ma con qualche Pfas di troppo.

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