Pd in modalità nostalgia industriale: come salvare Italia e Europa dai fantasmi del passato

Pd in modalità nostalgia industriale: come salvare Italia e Europa dai fantasmi del passato

A Roma, perché non poteva essere altrove se non sotto la cupola di qualche studio patinato in via Tiburtina 521, venerdì 11 e sabato 12 luglio si terrà la Conferenza nazionale del Partito Democratico sulle sue sacre Politiche industriali, con un titolo che fa già sognare: «Le Rotte del Futuro. Re-industrializzare l’Italia e l’Europa». Come se bastasse un paio di giorni di tavole rotonde per risollevare mesi, se non decenni, di declino industriale.

La solenne kermesse, a cura del Forum Industria del PD, magistralmente coordinato dall’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando, si concluderà con il gran finale di sabato 12 luglio, ovvero la presentazione delle mirabolanti proposte del partito in materia di politica industriale e, dulcis in fundo, con un intervento della segretaria Elly Schlein. Neanche a dirlo, il tutto accompagnato da speranze, promesse e slogan degni di un copione già visto.

Venerdì 11 l’orologio segnerà le 9:30 quando Orlando romperà il ghiaccio con la sua relazione introduttiva. Poi toccherà naturalmente alla paladina del PD, Elly Schlein, dissertare sulle virtù della futura rinascita industriale nostrana. Il programma mattutino, manco a dirlo, è zeppo di ospiti che promettono di dare quel tocco di autorevolezza di cui si ha disperato bisogno senza però scalfire l’immutabile status quo.

Tra i relatori spiccano nomi altisonanti come la professoressa Mariana Mazzuccato, conosciuta per le esternazioni che un po’ brillano e un po’ lasciano perplessi, il vicepresidente del PD Antonio Misiani, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, l’attivissimo Simone Oggionni, la Commissaria europea Teresa Ribera, gli ex Commissari Nicolas Schmit e Paolo Gentiloni, ex Presidente del Consiglio, e infine il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, che all’ora più propizia delle 15 circa, darà il proprio contributo in termini di business e bla bla bla.

Un festival dell’inconcludenza arriva dunque a testimoniare come l’arte della retorica riesca a mascherare l’assenza di veri piani concreti. Una due giorni che chiaramente promette più fumo che arrosto, ma speriamo di sbagliarci – perché nessuno vuole restare a guardare mentre l’Italia continua a perdere colpi nel grande gioco dell’industria globale.

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