Panama chiama, Unindustria risponde: ecco l’ultima trovata per far investire le imprese senza troppi sforzi

Panama chiama, Unindustria risponde: ecco l’ultima trovata per far investire le imprese senza troppi sforzi

Lo scorso martedì 28 ottobre, la nostra amatissima Piccola Industria ha avuto la brillante idea di organizzare un incontro con la Camera di Commercio, Industria e Agricoltura Italo-Panamense, conosciuta tra gli amici come CAMIP. L’argomento? Un fantasioso workshop intitolato “Panama: piattaforma logistica e produttiva globale per le imprese”, perché nulla dice “business internazionale” come una chiacchierata su Panama, vero?

L’evento, presieduto con tanto entusiasmo dal Presidente della Piccola Industria Cristiano Dionisi e dal diplomatico di turno, l’ambasciatore panamense in Italia Winston Spadafora, ha cercato di spiegarci come Panama sia ormai diventata un hub logistico e produttivo di livello globale. Chi poteva dubitare che quella piccola striscia di terra tra due oceani non fosse la risposta alle nostre preghiere industriali?

Durante il workshop, infatti, si è celebrata l’idea che investire a Panama equivalga a lanciarsi in un’avventura imprenditoriale dal sapore esotico e redditizio, ovviamente senza una sola parola sulle ombre di trasparenza, giustizia fiscale e sostenibilità che spesso accompagnano simili mete. Perché preoccuparsi dell’etica quando c’è da incrementare il fatturato, no?

Panama: la terra promessa o solo un miraggio?

Ma non illudiamoci troppo. Dietro i sorrisi e le strette di mano della Piccola Industria e del suo socio panamense, si cela un quadro tutt’altro che roseo. Panama, nonostante la sua gloriosa reputazione di hub internazionale, è tristemente famosa per la sua opacità amministrativa e per gli scandali fiscali che hanno coinvolto funzioni pubbliche e private. Ma evidentemente questo non disturba chi vuole solo cavalcare l’onda del facile guadagno.

È interessante notare come questi incontri, sotto le mentite spoglie di “collaborazione internazionale”, spesso finiscano per diventare fumose passerelle per giustificare scelte economiche poco trasparenti e politiche di mercato che solitamente evitano accuratamente di affrontare il vero problema: la sostenibilità sociale ed economica a lungo termine.

Cristiano Dionisi e Winston Spadafora: un duo da Oscar

Il nostro entusiasta Cristiano Dionisi ha più volte sottolineato la necessità di aprire mercati “dinamici e convenienti” per le piccole e medie imprese italiane, dimenticando, o forse ignorando deliberatamente, che la convenienza a volte si paga cara in termini di reputazione e responsabilità. Winston Spadafora, dall’altra parte, ha vestito il ruolo di perfetto ambasciatore di un modello che vorrebbe giustificare ogni attività commerciale come una fiera di virtù economiche.

Il risultato? Un evento tutto fumo e niente arrosto, dove tra un brindisi e un applauso, si è preferito non menzionare quei dettagli scomodi che potrebbero far vacillare i sogni di espansione globale.

La Piccola Industria e la politica dell’utopia globale

In definitiva, questa ennesima pantomima intitolata “incontro con la Camera di Commercio Italo-Panamense” serve da promemoria perfetto di come si possa mascherare da progresso ciò che in realtà è soprattutto un’operazione di facciata volta a proteggere interessi più che discutibili.

Quindi, mentre tutti brindano al futuro radioso dell’industria italiana che si fonda su piattaforme logistiche virtuali in paradisi fiscali, qualcun altro potrebbe anche chiedersi: a chi serve davvero tutto questo sfarzo sul palco dell’ipocrisia economica globale?

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