Padre Fedele se ne va: l’ultimo frate tifoso del Cosenza che nessuno sapeva di voler perdere

Padre Fedele se ne va: l’ultimo frate tifoso del Cosenza che nessuno sapeva di voler perdere

Il ritiro definitivo di Padre Fedele Bisceglia, icona controversa tra fede e volontariato a Cosenza

L’associazione caritatevole Il Paradiso dei poveri ha annunciato la scomparsa di Padre Fedele Bisceglia, storico e indomito frate ultras del Cosenza. A 87 anni, dopo una lunga malattia, il religioso è venuto a mancare presso l’ospedale Inrca, nel reparto di geriatria alla periferia della città calabrese. Un addio dal sapore amaro per chi ha conosciuto la sua vita segnata da un mix di dedizione e scandalo.

L’associazione che lui stesso aveva fondato esprime il proprio cordoglio attraverso un messaggio che suona quasi come un testamento morale: Bisceglia ha speso la sua esistenza per i “ultimi, i poveri, gli invisibili”. E continua a impartire lezioni di “carità, giustizia e fede” citando un principio imprescindibile: “Si deve concedere perdono al fratello per riceverlo da Dio”. Un invito al perdono che, ahimè, appare decisamente più facile da pronunciare che da mettere in pratica.

Ecco la tagliente ironia della vita di Padre Fedele: da pilastro della comunità religiosa e del volontariato calabrese a protagonista di una lunga e tormentata vicenda giudiziaria. Accusato di un reato gravissimo, la presunta violenza su una suora, fu arrestato, processato e alla fine assolto. Tuttavia, il processo ebbe un impatto duraturo e indelebile sulla sua esistenza ecclesiastica.

Il risultato? Sospensione dall’Ordine dei cappuccini e un divieto categorico a celebrare messa, che lo ha relegato a una sorta di esilio interno, nonostante l’assoluzione. E qui scatta l’assurdo: Padre Fedele ha più volte chiesto di tornare a svolgere il suo ministero, ma il suo appello è stato ignorato senza troppi complimenti. Un’amara testimonianza di come il perdono invocato resti spesso un privilegio riservato a pochi, e non certo praticato dal sistema clericale stesso.

Alla fine, non ci resta che immaginare Padre Fedele che, tra le mura celesti, continua a vegliare sui suoi poveri, ma anche a riflettere sul peso delle accuse che hanno deturpato un’eredità che, al netto della fede e dell’impegno sociale, resta una saga di contraddizioni e incompiutezze degna di un romanzo gotico calabrese.

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