Ottocento ex deputati fanno la fila per un taglio che non c’è: Camera conferma il no ai loro ricorsi sui vitalizi

Ottocento ex deputati fanno la fila per un taglio che non c’è: Camera conferma il no ai loro ricorsi sui vitalizi

Ah, i vitalizi: quel miraggio di un reddito sicuro per chi ha varcato la soglia di Montecitorio. Peccato, però, che il sogno si sia infranto contro la realtà implacabile del «taglio». Il Collegio d’appello della Camera non scherza e, in un colpo solo, manda definitivamente in soffitta quelle prebende dorate, confermando senza mezzi termini la celebre delibera Fico del 2018. Circa 800 ex parlamentari possono consolarsi con questa delusione serale, comunicata con la delicatezza di un’ascia nel cuore tramite un comunicato ufficiale a tarda notte.

Curioso che a giudicare il destino finanziario degli ex eletti sia un organismo interno composto da deputati in carica, oseremmo dire “il tribunale degli alti onorevoli”: Ylenja Lucaselli, Ingrid Bisa, Marco Lacarra, Pietro Pittalis e Vittoria Baldino. Ovviamente la presidente Lucaselli, dal piedistallo di Fratelli d’Italia, ci tiene a comunicarci in modo solenne che la sentenza è stata “un servizio ai principi del diritto”. Peccato che questi principi sembrino fondersi perfettamente con i criteri di un elegante taglio netta ai portafogli degli ex “privilegiati”.

Un racconto di parcelle ridimensionate soprattutto per gli ex deputati più giovani e con meno legislature alle spalle: i veterani del parlamento, quelli veri, se la passano ancora discretamente dopo una gentile sentenza datata 2021 che ha attenuato la tremenda delibera Fico. Per loro il sistema si è trasformato in un “contributivo” – sempre per gli ex parlamentari – con effetti che variano da qualche lieve mal di pancia a brusche riduzioni fino al 90% degli assegni. Naturalmente, le “misure di mitigazione” sono state mantenute, cartonate come un premio di consolazione per i contribuenti.

Nel frattempo, ecco la vera beffa: il Senato, orgoglioso palcoscenico delle grandi decisioni politiche, ha deciso nel 2022 di proteggere a spada tratta tutti i suoi ex abitanti di Palazzo Madama, senza badare a criteri di età o legislature. Un gesto nobile che sa tanto di favoritismo ben mascherato.

E chi sono gli scontenti? Un cast di personaggi lontani dalle luci della ribalta, ovviamente. Passano in rassegna gli illustri nomi da Paolo Guzzanti a Ilona Staller, dagli ex sindaci Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino di Napoli, fino ai cari amici Fabrizio Cicchitto, Claudio Martelli, e Margherita Boniver. E come non citare l’irriducibile ex sessantottino Mario Capanna o la combattiva Tiziana?

Movimento 5 Stelle è salito sul podio dei festeggiamenti con l’entusiasmo di chi ha appena salvato un tesoro nazionale: il taglio dei vitalizi, quella battaglia epica che definire “storica” è un understatement degno di tragedia greca. Giuseppe Conte si è affrettato a commentare, come se fosse stata scoperta l’acqua calda: «Risultato importante su una nostra storica battaglia, abbiamo salvato il taglio dei vitalizi voluto dal Movimento».

Eh già, perché nulla dice “equità” come togliere con mano vigorosa – per sempre – un diritto acquisito da persone in età pensionabile, sfidando tutta la logica del sistema pensionistico basato sul lavoro e sugli anni di servizio.

Maurizio Paniz, ex deputato con ben tre legislature alle spalle, e – ciliegina sulla torta – avvocato di parlamentari di ogni risma, invece, ha il coraggio di alzare la voce con franchezza legale e una punta di sbigottimento. Secondo lui, è semplicemente “abnorme” che in un paese che vanta un Parlamento unitario si dibatta su differenze così abissali tra Camera e Senato.

La “abnormità” non si ferma qui: più scandaloso della differenza fra le due Camere sarebbe, a detta di Paniz, il fatto che si sia autorizzato il taglio retroattivo dei trattamenti pensionistici di persone anziane. Victor Hugo avrebbe potuto scriverne un romanzo, da quanto è drammatico il tema.

Naturalmente, il nostro ex deputato dall’animo giurista non ha alcuna intenzione di prendere la cosa a cuor leggero e annuncia che il sipario non è ancora calato su questa “tragedia” politico-pensionistica:

“Ci sono altri passaggi dopo questo. Tra gli altri c’è il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e la causa personale nei confronti dei parlamentari che hanno emesso questa sentenza.”

Insomma, il botto non è ancora finito. L’affaire vitalizi promette colpi di scena definitivi, magari condito da ricorsi, querele e anacronistici appelli alla giustizia internazionale. Tutto molto teatrale, come da copione in questa saga all’italiana.

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