Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha deciso di regalarci perle di saggezza e commozione tramite un video sui social. Chi avrebbe mai immaginato, dice lui, di dover comunicare una simile “notizia” che lo riguarda da vicino? Per la prima volta nella sua vita, sì, proprio lui, ha ricevuto un avviso di garanzia. Non da solo, però, ma in un’inchiesta che coinvolge un bel po’ di persone, come se la corruzione fosse una festa a cui tutti sono invitati.
La chicca? Un avviso di garanzia per corruzione, e lui che stramazza dallo stupore: “A me? Ma se io ho gestito la Regione con un rigore assoluto, mai nemmeno sfiorato dalle ombre dell’illegalità”. Parola di chi si erge a esempio vivente di integrità intoccabile, evidentemente convinto che la giustizia sia solo una formalità da attendere con il camice bianco e la corona d’alloro.
E come se non bastasse, la sentenza definitiva: essere iscritto nel registro degli indagati è per lui come una accusa di omicidio. Davvero, il paragone è così azzeccato da lasciare senza fiato. Un’iperbole degna di Shakespeare reinterpretata in salsa calabrese. “È inverosimile pensare che io possa essere coinvolto”, chiosa con l’aria offesa di chi si sente vittima di un complotto universale.