Il giovane rapper che doveva suonare a Naro: “Mi stanno massacrando per una serata annullata, ma non sono un criminale”
Il ventaglio scandalistico si apre con l’amarezza di Samuele Nisi, un ragazzo di appena 18 anni che si è trovato sotto i riflettori per un evento pubblico sospeso a Naro, cittadina in provincia di Agrigento. Doveva esibirsi in un concerto nella piazza principale, ma il sindaco ha deciso di mettere il veto. E lui, beffardamente, si lamenta contro un putiferio mediatico che lo dipinge come un delinquente, mentre lui si definisce «un ragazzo pulito».
Con un mix di frustrazione e sconforto, Nisi replica a tono: «Sono amareggiato. Mi stanno massacrando per una serata che dovevo fare a Naro, in una piazza per un evento pubblico. Ma il sindaco non ha voluto. Non sono l’unico che canta queste canzoni. Sto leggendo degli articoli su cose del passato. Mi state diffamando. Vi dovete vergognare». Che bel colpo di teatro, degno di un artista tormentato che si ritrova al centro dell’opinione pubblica senza aver mai visto una denuncia.
Ah, riferimento doveroso: «Io non ho nulla contro le forze dell’ordine. Anzi, io le ammiro per ciò che fanno», chiosa. Scena da rapper ribelle ma rispettoso delle leggi, quindi. Del resto, chi non ammirerebbe chi si erge a simbolo delle lotte di strada, ma poi sventola la bandiera del rispetto in pubblico? Una contraddizione perfettamente calibrata.
Dall’altra parte della barricata, Milco Dalacchi, il sindaco di Naro, è altrettanto categorico: «Non è persona gradita, inneggia alla criminalità, ho già contattato l’associazione ed è stato subito congedato». Tradotto: il ragazzo è fuori dal giro ufficiale del comune, che non lo vuole nemmeno a un evento pubblico. Non serve insistere. Dalacchi non ha lasciato spazio a equivoci, lasciando che la decisione sull’annullamento fosse limpida e irrevocabile.
Il ragazzo, originario di Lentini in provincia di Siracusa, è una giovane star del web e dei social, arroccato in un universo musicale dove si parla di soldi facili e vita criminale, omertà e sfiducia verso le istituzioni. Video che inevitabilmente sollevano polemiche, soprattutto quando le “rime” incontrano il politico-amministrativo.
Samuele Nisi però ci tiene a chiarire: «Questo è il mio personaggio, il mio stile. Io mi sono creato da solo, da quando avevo 9 anni. Mesi fa mi ero impegnato affinché nei prossimi brani migliorassi il linguaggio. Infatti la mia ultima uscita non c’entra nulla con i brani precedenti. Io non ho nulla contro la legge e non sono un criminale».
In un contrappasso tragicomico tra percezione personale e realtà amministrativa, il giovane artista ha ringraziato «le persone che mi stanno difendendo». Una difesa che sa tanto di ultima spiaggia, in una vicenda in cui la linea tra pubblico decoro e libertà artistica appare sfumata tanto quanto la sincerità del rap sopra ogni sospetto.



