Un compito da brividi: impermeabilizzare il pontile ovest, quel glorioso molo dove in passato attraccavano navi che lasciavano scivolare petrolio a volontà. Non esattamente il fiore all’occhiello del territorio, ma poco importa, perché gli interventi saranno, udite udite, “non di grande invasività” e rapidi da completare. D’altronde, la fretta è una virtù quando si tratta di rimandare.
Naturalmente, la regia dovrà anche approvare il progetto per il villaggio dell’America’s Cup. Il cuore pulsante dell’evento del secolo. Sul molo ovest sbucheranno pontili galleggianti, come se fossero fantastici tappeti magici, che ospiteranno superbo gli hangar delle barche, che hanno bisogno – badate bene – di almeno sei metri di profondità sottomarina per le loro spettacolari acrobazie.
Ora, anziché rischiare di disturbare i poveri fondali, si ricorrerà a questi magici pontili flottanti che galleggiano esattamente dove l’acqua è più profonda, roba da illusionisti marini. E, appena finita la festa regatistica, questi prodigi saranno rimossi, perché a Napoli si fa così, tutto in chiave “momento e via”.
Per quanto riguarda il lungomare, al momento non si prevedono danni collaterali diversi da quelli già messi in scena per le pre-regate del 2013. Quindi, tranquilli, il conto non si gonfierà più del solito. Ma su questo, udite udite, sarà la cabina di regia a fare l’ennesima magica magia decisionale.
Passando dal mare alla terraferma, il Comune ha deciso che è tempo di correre come se non ci fosse un domani con la riqualificazione totale della villa comunale, che servirà da comoda “comfort zone” per gli spettatori durante le regate. Perché niente è più rassicurante di una villa comunale rivisitata in fretta e furia nei giorni della corsa agli eventi.
Infine, il capitolo trasporti, sempre un classico napoletano di difficoltà e promesse sospese. Presto si discuterà della mitica linea 1 della metro, la cui conclusione dei lavori sembra un miraggio distante, e si spera in qualche miracolo per l’apertura “a tempo pieno” delle tratte della Linea 6. Ovviamente, tutto in perfetta sintonia con la proverbiale puntualità partenopea.
Che gioia, un articolo che sembra una pagina bianca virtuale! Se l’intento era quello di dimostrare il potere dell’assenza, beh, missione compiuta con lode. Il nulla che si pone davanti ai nostri occhi è un capolavoro di minimalismo informativo: nessuna notizia, nessun commento, solo puro silenzio digitale.
In tempi in cui l’infodemia dilaga e ogni piattaforma si sente in dovere di straparlare, questo non-articolo ci regala un respiro di freschezza. In compenso, il vuoto racconta tanto, forse troppo: un colpo basso alle aspettative di chi dovesse cercare una qualsiasi notizia o dato rilevante. Davvero un atto di coraggio editoriale ignorare il mondo.
E, visto che ci troviamo, perché non apprezzare anche la raffinata eleganza dell’assenza di immagini, titoli, paragrafi, o qualsiasi forma di contenuto? È come se il tempo si fosse fermato e avesse deciso di scappare dal giornalismo.
Insomma, se mai vi fosse venuta la malsana idea di cercare una qualche informazione sul Corriere del Mezzogiorno nella sua sezione Campania in questa data magica, vi sarete imbatutti nella quintessenza della pagina senza senso. Un applauso, dunque, a questa piccola bolla di nichilismo digitale.