Mille ex parlamentari in coda per difendere vitalizi che pensavamo già tagliati: la commedia infinita continua

Mille ex parlamentari in coda per difendere vitalizi che pensavamo già tagliati: la commedia infinita continua

Ah, la dolce saga senza fine dei vitalizi degli ex parlamentari, quei premi di consolazione che ora, guarda caso, vogliono farsi restituire come bambini a cui togli la caramella. Ben oltre mille ex deputati stanno aspettando che la giustizia dica se potranno riaccendere la macchinetta dei soldini a loro dedicata, tagliata dalla famigerata delibera del 2018, un vero capolavoro ideale del M5S, e soprattutto del buon Roberto Fico, allora presidente della Camera. L’idea? Trasformare il vitalizio da elemosina generosa in una specie di pensione pagata in base a quanto effettivamente versato, chiamatelo pure sistema contributivo, ovvero addio privilegi, benvenuta (teorica) equità.

Il risultato? Una rasoiata micidiale soprattutto per chi si credeva ancora intoccabile, ovvero gli ex che si godevano assegni faraonici. Così, quasi 1.300 signori di primissimo piano dell’Aula parlamentare si sono rivolti alla giustizia per riottenere il loro gruzzoletto senza troppi interrogativi. E ora attendono, col fiato sospeso, il responso finale di questa commedia giudiziaria.

Mercoledì scorso si è consumato il primo atto davanti al solenne Collegio d’Appello di Montecitorio. Un organismo che però, a dispetto della sua composizione – ben cinque deputati – ha un ruolo giurisdizionale. Insomma, è il cosiddetto “tribunale di secondo grado” della Camera, dove le chiacchiere politiche lasciano il posto a quell’alone di sobrietà formale tanto adorato nelle aule di giustizia. L’udienza, con avvocati in bella mostra e qualche tensione palpabile, è durata un’intera mattinata. A presiedere c’era la tenace Ylenia Lucaselli di Fratelli d’Italia, che alla fine ha proclamato la sospensione del giudizio per prendersi tutto il tempo necessario a servire una sentenza degna di questo spettacolo.

Il parterre dei disperati

Ma chi sono i combattenti che rischiano di tornare in pista con il loro gruzzolo? Un cast variegato di ex ministri, vecchie glorie e figure improbabili: dal rigoroso Mario Landolfi, ex figurina finiana con Carmelo Briguglio, ai nostalgici rivoluzionari come Mario Capanna, passando per la celebre ex attrice hard Ilona Staller – perché in Parlamento, si sa, c’è posto per tutti i tipi.

Non mancano nemmeno i pièce socialisti, con i loro fan come Fabrizio Cicchitto, Margherita Boniver e Claudio Martelli, senza dimenticare la ex magistrato diventata politica Tiziana Maiolo e il giornalista Paolo Guzzanti. Ah, e per chi si fosse dimenticato che a Napoli regna il buongusto, ecco spuntare i nomi degli ex sindaci Antonio Bassolino e Rosa Russo Iervolino. Insomma, il gotha dell’ex politica si è mobilitato per difendere l’indifendibile: quei vitalizi ora chiamati pensioni speciali.

Sembrerebbe un gioco a rimpiattino con la collettività: da un lato chi pretende privilegi antichi, dall’altro un sistema che cerca faticosamente almeno di normalizzare una situazione grottesca. La domanda che resta, immutata, è una sola: in un’Italia che si vanta di voler tagliare sprechi e privilegi, perché certe caste si prendono ancora il lusso di mettersi in tribunale per difendere trattamenti quasi regali? Ma tranquilli, la giustizia farà il suo corso, e forse qualcun altro sarà costretto a pagare i piatti rotti.

Ah, la saga infinita dei vitalizi. Come se non bastasse la confusione già imperversante, anche Claudio Scajola, l’attuale sindaco di Imperia ed ex ministro, si aggiunge al club esclusivo degli ex deputati che continuano a godere di questi amori parlamentari, nonostante qualche bella sentenza nel 2022 abbia tentato di mettere mano alla questione.

Una vera e propria giungla anagrafica: ci sono quei “giovani” ex deputati che sembrano aver fatto il furbetto, mentre i più avanti con gli anni hanno già ricevuto un cadeau speciale dalla giustizia, con la famosa sentenza che ha completamente azzerato la delibera Fico. Ricordate? Quella delibera capace di tagliare di oltre il 90% i loro vitalizi in un batter d’occhio, come se fossero debiti da saldare al supermercato.

E qui entra in scena il paladino della difesa, l’ex parlamentare diventato avvocato, Maurizio Paniz, che si presenta in aula a recitare il ruolo del docente di buone maniere giuridiche, chiedendo ai giudici di limitarsi al loro lavoro e non trasformarsi in politici. Un invito che, a quanto pare, ha scatenato un turbine di tensioni degno di un reality show in piena prima serata.

Ma non temete: la resa dei conti non è ancora arrivata. L’ultima parola è nelle mani del Collegio d’Appello, quella mitica entità pronta a ribaltare tutto, restituendo magari ai “poveri” ex parlamentari la gioia di un vitalizio che – diciamolo – più che un privilegio sembra un antidoto contro i problemi reali del Paese.

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