Milano: chiama l’Ncc e spacca tutto, ora licenze in frigo per i picchiatori improvvisati

Milano: chiama l’Ncc e spacca tutto, ora licenze in frigo per i picchiatori improvvisati
Titolo: Tassisti contro Ncc a Milano, la richiesta di Artusa: licenze revocate subito o sarà caos totale

Il presidente di Sistema Trasporti, l’associazione che rappresenta il trasporto privato con Ncc e bus turistici, Francesco Artusa, è lapidario sul recente episodio di violenza verificatosi a Milano: i tassisti che la notte dello scorso 26 luglio hanno aggredito un autista Ncc devono perdere la licenza immediatamente. Nessun compromesso. Secondo lui, se ciò non avverrà, rischiamo di ritrovarci in uno scenario da film anni ’70, esattamente come in “Taxi Driver” con Robert De Niro. Un paragone non tanto fuori luogo, visto che violenza e intimidazioni sembrano diventare la prassi del settore.

Artusa si chiede incredulo come sia possibile che quei tassisti, autori di vere e proprie spedizioni punitive, non abbiano subito neanche un giorno di sospensione. E quando si arriva ai tavoli di confronto tra ministero, tassisti e Ncc, le richieste di cambiamento proposte da Sistema Trasporti vengono sistematicamente ignorate, come se fossero carta straccia.

L’aggressione è un episodio così grave che, sottolinea Artusa, non si può far finta di nulla o giustificarla in alcun modo. “Non esiste alcuna giustificazione per l’aggressione fisica di un sessantenne da parte di un trentenne, inseguito per le strade, mettendo a rischio la sicurezza di passanti innocenti”, osserva con un tono che non ammette repliche.

Ma, naturalmente, la violenza non nasce dal nulla. Il sindaco di Milano e la sua amministrazione, sempre secondo Artusa, hanno preferito chiudere un occhio (forse anche entrambi) davanti a una lunga serie di illegalità perpetrate negli ultimi mesi da singoli tassisti o da gruppi organizzati: molestie contro conducenti Ncc e i loro clienti, blocchi stradali, minacce continue e pedinamenti che nulla hanno a che fare con la competizione professionale ma tutto con il bullismo da strada.

Come se non bastasse, molti di questi episodi sono stati ripresi e diffusi sui social, a conferma che la situazione è ben lontana dall’essere un caso isolato o una raccapricciante eccezione. Al contrario, è un clima tossico che sembra ormai accettato e rincarato come una normalità, un vero e proprio sconcio culturale tollerato dai poteri pubblici locali.

In una mossa che rasenta il ridicolo, i sindacati dei tassisti hanno diffuso un comunicato ufficiale in cui condannano la violenza. Peccato però che la maggior parte dell’impegno verbale sia dedicata a giustificare, più che a respingere l’accaduto. Insomma, parole al vento quanto ipocrite, che gettano benzina su un fuoco già esplosivo.

Artusa fotografa perfettamente il problema: “Sta crescendo la convinzione che chi lavora fuori dagli schemi approvati da una categoria deve essere fermato a qualsiasi costo, anche con metodi violenti”. Chiamata dunque a responsabilità urgente, lui chiede un intervento immediato del Comune di Milano per avviare controlli seri, equi e trasparenti su tutte le categorie coinvolte senza nessuna tolleranza verso gli abusi.

In più, propone di convocare immediatamente il tavolo prefettizio che da tempo è stato dimenticato in un cassetto. Perché, enfatizza, “il protocollo appena firmato è già stato infranto”, e per aggiungere la beffa alla beffa, il famoso foglio di servizio per i Ncc è stato appena smontato dal Tar Lazio, a conferma di come la situazione normativa sia tutt’altro che chiara o coerente.

La morale che emerge da questo pasticcio è chiara e incomprensibilmente trascurata: «Bisogna porre fine a quell’uso strumentale delle norme che si scontrano con il diritto europeo e con la Costituzione, perché così si creano solo tensioni inutili e si danneggia l’immagine dell’Italia agli occhi del mondo».

Infine, con una punta di esasperazione, Artusa ironizza: “Mi chiedo quando il ministero deciderà di smettere di coccolare certe lobby e, finalmente, si metterà a pensare a una riforma che abbia un minimo senso di sostenibilità. Eh già, i tempi stanno cambiando… speriamo che qualcuno se ne accorga prima che sia troppo tardi”.

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