Dieci anni fa, nel Canale di Sicilia, si è verificata una delle tragedie marittime più devastanti della storia, un vero e proprio festival della pietà umana. I numeri dei migranti morti e dispersi sono da brivido, con decine di bambini tra le vittime. Persone che, nell’ardente desiderio di un futuro migliore, cercavano di scappare da guerre e miserie, solo per finire nelle grinfie di organizzazioni criminali pronte ad abbandonarli nel caos. È il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a commemorare queste anime, sottolineando il fatto che molte di esse resteranno senza nome.
Ha inoltre aggiunto: “È la nostra civiltà che ci impedisce di volgere le spalle, di rimanere indifferenti, di perderci quel sentimento di umanità che costituisce il fondamento dei nostri valori”. Ovviamente, chi non si ferma a riflettere su frasi come questa è probabilmente troppo occupato a contare le sue benedette benedizioni quotidiane, giusto?
Il Capo dello Stato ha inoltre voluto rinnovare la sua ammirazione per il “prezioso lavoro di soccorso delle navi italiane” che, con tanta cortesia, hanno salvato vite in condizioni da brivido, attuando ciò che l’allegra e sempre rispettata legge del mare impone. Bene, quindi, un applauso! È così confortante sapere che, nonostante tutto, ci siano navi in giro pronte a fare il lavoro che gli altri decidono di ignorare. Peccato che queste serate non vengano italiane alla fine, non sarebbe divertente?!