Microsoft libera altri 9.000 scrivani: il 2024 non smette di mietere posti di lavoro

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L’estate infuocata non solo ci fa sudare la fronte, ma scava un solco profondo nella nostra salute: il caldo torrido mette a repentaglio il sistema immunitario, danneggia l’intestino e condanna gli anziani a rischi infettivi che nemmeno immaginano.

Ormai le ondate di calore sono la colonna sonora più fastidiosa delle nostre giornate. Un mix esplosivo di afa e temperature record, accompagnato dall’ineluttabile invecchiamento della popolazione, fa da scenario perfetto per una tempesta perfetta. Lo confermano gli studi appena usciti da un team della University of California a Irvine. Secondo questa ricerca, appena pubblicata su Science of the Total Environment, la convivenza tra caldo estremo e età avanzata non è solo sgradevole, ma rischia di sabotare la nostra salute a livelli mai pensati.

Dimenticate il semplice senso di disagio o la sudorazione eccessiva: il caldo estremo aggredisce il corpo indebolendo il sistema immunitario e danneggiando il microbioma intestinale, quel tesoro di batteri che ci protegge e ci mantiene in equilibrio. I ricercatori spiegano che invecchiando diventiamo meno capaci di far fronte allo stress provocato dal calore, con conseguenze tutt’altro che banali. Sotto accusa c’è un pericoloso batterio, il famigerato Vibrio vulnificus, noto anche come “batterio mangiacarne”, che prospera proprio nelle acque oceaniche sempre più bollenti.

In pratica, mentre giugno stabilisce nuovi record di temperature in tutto il mondo, arriva lo studio che ci sbatte in faccia una realtà scomoda: il cambiamento climatico, insieme all’invecchiamento della popolazione, sta costruendo un cocktail tossico che mina la nostra salute in modi nascosti e finora ignorati. Forse non è più solo questione di aria condizionata o di rinfrescarci con un gelato, ma di capire che la nostra vulnerabilità aumenta esponenzialmente quando il termometro impazzisce.

Saurabh Chatterjee, il professor di salute ambientale e occupazionale che ha guidato il lavoro, obbliga a vedere la cruda verità:

“Le infezioni da Vibrio vulnificus stanno già diventando un grosso problema nelle zone costiere che si riscaldano. I nostri dati confermano che il caldo estremo, specialmente negli anziani, è un colpo al sistema immunitario e alla salute intestinale, aumentando la sensibilità alle infezioni.”

“È un doppio colpo: l’invecchiamento di per sé indebolisce le difese immunitarie, e lo stress da calore accelera questo declino.”

Fino a oggi i misteri del caldo prolungato sulle difese intestinali e sull’immunità erano un territorio ancora poco esplorato. Ora, grazie a questo studio, abbiamo la conferma che non si tratta solo di sudare di più o sentirsi stanchi; è una questione che riguarda il fragile equilibrio del nostro organismo e il modo in cui la natura insidiosa del cambiamento climatico e l’invecchiamento creano un terreno fertile per problemi di salute ben più gravi.

Università della California, Irvine ha deciso di giocare a fare Dio con topi giovani e vecchietti, mettendoli a bollire a temperature tropicali e dallo studio del loro microbioma hanno tirato fuori risultati niente male. Indovinate? I topi anziani, poverini, hanno mostrato una barriera intestinale a pezzi, infiammazione sistemica da far paura, disfunzioni immunitarie e una presenza di geni resistenti agli antibiotici che farebbe invidia a un laboratorio di supervirus. Tutto questo mentre i topi giovani sembravano quasi immuni a questo bagno di fuoco climatico.

Ma aspetta, il caldo non si accontenta di incrinare le nostre difese biologiche, vuole anche sabotare la nostra vita lavorativa! Secondo un’inchiesta dell’University of California, San Diego il caldo è una spietata rovina teamwork. Se pensavate di poter sgobbare da soli sopportando qualche grado in più, preparatevi a essere delusi: il vero danno lo subiscono le squadre. Tra sudore, irritazioni e nervosismi vari, anche una blanda esposizione al caldo bollente riesce a mandare in tilt l’interazione tra colleghi, lasciando però in qualche modo intatta la produttività individuale. Complimenti, caldo, ora sai pure come distruggere l’armonia aziendale senza nemmeno sudare.

Nello studio, pronto per comparire sulla Review of Economics and Statistics, si è perso tempo a Dhaka, in Bangladesh, dove studenti universitari di informatica sono stati messi a lavorare da soli o in coppia in stanze a 24 oppure 29 gradi. Risultato? I solitari programmatori, quasi distratti dal calore, hanno mantenuto le loro facciate di geni invariati, mentre i team nelle camere roventi hanno mostrato un crollo della produttività degno di un caffè a metà pomeriggio.

Teevrat Garg, coautore della ricerca, ci illumina:

“Quando la situazione diventa critica, la comunicazione e l’interazione tra i lavoratori si interrompono. L’irritabilità prende il sopravvento e la voglia di collaborare con gli altri svanisce, eppure questa stessa collaborazione è essenziale per far nascere creatività e innovazione.”

Tradotto: basta qualche grado in più e addio brainstorming, addio idee brillanti, e ciao ciao collaborazione. Se dunque pensavate di sopravvivere al cambiamento climatico con qualche ventilatore sparso qua e là, ecco la notizia che vi seppellirà: il caldo non solo fa male al corpo, ma trasforma il vostro team nel peggior incubo da open space. Buona fortuna.

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