Un italiano su tre non azzarda nemmeno a morsicare una mela, segno inequivocabile che la “forza gengivale” è un tema che più che ignorato sembra una barzelletta alla cena degli esperti di salute orale. Eppure, mentre le gengive sanguinanti strisciano silenziosamente verso uno stato di allarme, solo il 30% degli sventurati si degnerebbe di prenotare una visita dentistica. Curiosamente, però, la metà abbondante del paese si preoccupa moltissimo di carie, tartaro e placca: il 60%, rispettivamente, scatta all’emergenza del mal di dente, mentre il 46% teme l’accumulo di sporcizia in bocca. Sarà forse perché mordere una mela è meno pericoloso che ammettere di avere gengive «fragili»?
Questi affascinanti dati ci arrivano da una ricerca firmata Ipsos, giusto in tempo per celebrare un diamante: i 45 anni del Mese della prevenzione dentale. Un’impresa titanica, se si pensa che nessun altro evento preventivo in Italia dura così a lungo senza svanire nella nebbia dell’indifferenza. Questa gloriosa iniziativa, frutto del lavoro congiunto tra la Andi (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) e Mentadent, vanta più di 10.000 dentisti volontari: un esercito di spazzolini e specchi che ogni d’anno combattono una battaglia a colpi di fluoride e consigli igienici.
Carlo Ghirlanda, presidente della Andi, ha prontamente spiegato il senso profondo di questa ricorrenza che non è solo un grande party dentale, ma piuttosto un monumento alla lungimiranza di chi si ostina a chiamare la salute orale “pilastro del benessere generale.” L’uomo ha sottolineato:
“Il 45esimo Mese della prevenzione dentale non è solo un anniversario, ma la testimonianza della visione condivisa che da decenni lega Andi a Mentadent. Puntiamo a un futuro in cui la salute orale sia riconosciuta come pilastro del benessere generale. Questo traguardo ci spinge a guardare avanti, consolidando il nostro impegno a innovare e investire nella prevenzione per tutti gli italiani. La nostra forza risiede nella capacità di fare rete, e il Mese della prevenzione ne è la prova più tangibile. Quest’anno, in particolare, ci concentriamo sulla salute gengivale, ancora trascurata quando si tratta di fare prevenzione. Ma in un contesto in cui più di 1 italiano su 2 soffre di malattie parodontali, è più che mai rilevante sensibilizzare le persone sul ruolo cruciale delle gengive per la salute orale e sistemica.”
Un impegno encomiabile, dunque, quello di Mentadent e Andi, che per quest’anno hanno deciso di puntare i riflettori sulla salute gengivale. Perché, diciamocelo, la maggior parte degli italiani non ha proprio la minima idea che le gengive giocano un ruolo ben più importante del semplice suppurare o sanguinare al minimo tocco. Solo un misero 25% ritiene l’invecchiamento gengivale un “rischio da monitorare”, inserendolo diligentemente tra le ragioni per cui dovrebbero preoccuparsi di prevenzione. Per chi volesse sorridere, beh, la realtà ridicola è che questa ignoranza collettiva rende davvero difficile affrontare seriamente il problema.
Del resto, quando si parla di invecchiamento gengivale e forza masticatoria, non è solo una questione di “funzione” o di fare bella figura al ristorante. No, questi sono indicatori spietati dello stato di salute delle gengive – e se parliamo di chi ha la parodontite, allora la tragedia diventa quasi epica, con un decadimento che metterebbe in imbarazzo anche i più stoici mangiatori di mele del paese.
Uno studio del professor Luca Levrini, che dirige la Scuola di specializzazione in Ortodonzia all’università degli Studi dell’Insubria, ha recentemente portato alla luce questi scandali gengivali nascosti sotto il velo della pazienza degli italiani. Risultati, clamorosamente, mai troppo discussi, ma che dovrebbero terrorizzare chiunque si ostina a ignorare che una bocca sana non è solo un sorriso smagliante, ma un’intera orchestra di tessuti in armonia.
Alla fine, sembra che mordere una mela sia diventato un gesto rivoluzionario, quasi un atto di coraggio. Eppure, come ogni rivoluzione, ha bisogno di consapevolezza e prevenzione, altrimenti rimarrà solo un triste monito del nostro rapporto sempre più perturbato con la salute orale. Ma non temete: mentre continuiamo a ignorare le gengive, potremo sempre complicarci la vita con tartaro e carie, i veri protagonisti delle nostre visite dentistiche annuali.
La malattia parodontale, ovvero quel capolavoro che erode letteralmente le fondamenta dei nostri denti, non solo mina la stabilità dentale ma si diverte anche a sabotare la nostra forza masticatoria. Non è un semplice dettaglio tecnico: la capacità di mordere efficacemente tra felsinei dentarie si riduce drasticamente, colpendo anche l’autostima psicologica. Perché infatti mordere una mela dovrebbe essere solo questione di muscoli? No, è anche un imperativo mentale, un coraggioso atto di fede nella propria bocca, spesso tradita dall’anzianità o dalla mancata cura.
Levrini puntualizza, non senza un pizzico di sarcasmo: mordere una mela non è solo un esercizio fisico ma anche un test di attitudine mentale verso una funzione orale fondamentale. Molti, soprattutto tra i più anziani, perdono fiducia nel loro morso, condannati dall’insidia della parodontite. La prevenzione, in questo contesto, non è un vezzo estetico ma un vero e proprio baluardo per la stabilità dentale e per la qualità del cibo che si riesce a ingerire—insomma, mangiare bene rivela qui il doppio senso di salute orale e sistemica. La prevenzione diventa dunque sinonimo di benessere totale, degno di un manifesto da spargere per tutta la vita.
Gli ostacoli all’eroica prevenzione dentale
Ora, passiamo alla bella favola della prevenzione italiana. Secondo una brillante indagine, tra chi non ha visto un dentista da anni, le attenuanti sono più che notevoli: il 74% si sente economicamente messo alle strette; il 24% è terrorizzato dal fantasma della visita; il 27% invece è semplicemente convinto che non serva a niente. Fantastico equilibrio di spiegazioni, vero? E quando si arriva agli over 55 la tragedia si acuisce: il 30% prova imbarazzo a mostrare quella bocca che, diciamocelo, probabilmente meriterebbe più che mai una visita. Dunque, evitare il dentista diventa una questione di onore oltre che di dolorosa economia.
Ma nonostante gli ostacoli da un film horror, a 45 anni dal lancio del Mese della prevenzione dentale in Italia, qualcosa si muove… o almeno si finge che qualcosa si muova. Numerosi traguardi sono stati “raggiunti” e la prevenzione si veste a festa come un’attitudine green dell’economia personale e salutare di lungo periodo. Il 55% degli italiani oggi capisce che prevenire significa evitare guai ben più salati. C’è pure un 36% che si rende conto, miracolo della modernità, che il fumo e il junk food danneggiano pure la bocca. E un brillante 34% trema all’idea di dover pagare interventi invasivi e meno piacevoli.
Insomma, la consapevolezza cresce, ma i veri nemici restano: soldi che non ci sono, il terrore della singola puntura di specchio dentale e il disagio di chi sa, benissimo, di non avere una bocca da mostrare a cuor leggero. Il Mese della prevenzione dentale, inaugurato con una solenne conferenza istituzionale nella capitale, si lancia dunque in una lodevole battaglia a colpi di brochure, mappe online per trovare il dentista volontario e visite gratuite che includono il controllo delle gengive, quelle povere fondamenta così spesso abbandonate a loro stesse.
Cristiano Gallotta, Marketing Oral Care Italia & Brand Development Lead per l’Europa di Unilever, ci illumina:
“Da 45 anni con il Mese della prevenzione dentale proviamo a costruire un ponte fondamentale per la salute: quello tra lo studio del professionista e la casa. I dati indicano un aumento di consapevolezza: nel 2023, solo 2 italiani su 10 ritenevano l’igiene orale una buona abitudine per evitare l’invecchiamento. Oggi più della metà è convinta che prevenire significhi evitare problemi gravi e costosi. Le gengive, fondamentali per i nostri denti, troppo spesso sono dimenticate. Il Mese è un’occasione per ribadire che si deve e si può fare prevenzione per mantenere la forza masticatoria nel tempo.”
Se non è un j’accuse alla nostra pigra nullafacenza gengivale, poco ci manca. D’altronde, prevenire oggi appare come un lusso da privilegiati tra timori patetici e tasche vuote. Ma dopotutto, mordere una mela sarà pur sempre una prova di coraggio, no?



