Il cosiddetto mercato dell’auto europeo tenta di rimettersi in moto, ma sembra più un automobilista che cerca disperatamente di avviare il motore con la batteria scarica. I dati, purtroppo, non sussurrano ottimismo: secondo il ACEA, l’egida sacra dei Costruttori Europei di Automobili, a maggio sono state immatricolate appena 1.113.194 vetture nell’area UE, EFTA e Regno Unito, con un timido +1,9% rispetto allo stesso mese del 2024. Una ripresa che più timida non si può.
Un anno che parte molto male (anzi, parte proprio da fermo)
Considerando il periodo gennaio-maggio 2025, la crescita è talmente insignificante da sembrare uno scherzo: +0,1%. In Italia il miracolo è stato il contrario, un bel -0,5%. Gian Primo Quagliano del Centro Studi Promotor ci ricorda, con un pizzico di cinismo, che siamo ancora lontanissimi dai numeri pre-pandemia. Il settore non solo non decolla, ma pare proprio in crisi di identità: si trattasse di un motore, sarebbe già andato in blocco irreversibile.
Spagna in pole position, Francia e Germania arrancano (ma almeno non si fermano)
C’è sempre chi, in qualche modo, riesce a fare il sorpasso. La Spagna sfreccia con un mirabolante +13,6%, inseguita dal Regno Unito con un discreto +2,8%. Dall’altra parte della barricata, però, Germania (-2,4%) e Francia (-8,2%) arrancano come corridori affaticati. Il motore continentale gira a tre cilindri, con l’aggiunta di un paio di colpi di tosse che fanno pensare a un ristrutturazione imminente o a un funerale annunciato.
Colpa dell’elettrico? Ecco che si accende la discussione (ma non il motore)
Secondo Quagliano, tutta questa pantomima è colpa della fretta maniacale verso l’auto elettrica, imposta con la leggiadra eleganza di una staffilata regolamentare dall’Unione Europea. Più che spingere, queste norme sembrano uno strumento di tortura per cittadini, case automobilistiche e governi. Una versione assai simile arriva da Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, che reclama a gran voce un ripensamento urgentissimo delle politiche green, ricordando – ma con quale speranza? – che la fantomatica revisione dei limiti sulle emissioni CO₂ è stata anticipata al 2025. Chi avrà avuto l’idea geniale di farlo, non pare molto interessato a chi guiderà davvero queste macchine.
Elettrico in leggera crescita, termico in lenta agonia
Le uniche a poter sorridere, anche se appena di sfuggita, sono le auto elettriche e ibride, che a maggio hanno registrato crescite a doppia cifra. Intanto, le vecchie glorie a benzina crollano del 19,5% e il diesel fa la sua lenta, implacabile fine con un meno 27,6%. Tradotto? Il glorioso motore termico sta diventando poco più che un reperto archeologico da esporre in qualche museo delle “innovazioni ormai scomparse”.
Tesla e Stellantis: nemmeno i colossi scappano alla crisi
Anche i grandi player zoppicano in questa gara da incubo. Tesla segna un preoccupante -27,9% nelle immatricolazioni di maggio e un disastroso -37,1% da inizio anno: insomma, l’effetto rivoluzionario sembra già svanito. Stellantis non se la passa meglio; mentre perde vendite, riesce almeno a mantenere una quota di mercato rispettabile: un modesto 15,9% a maggio, dietro lo strapotere quasi monopolistico di Volkswagen (27,8%) ma davanti a Renault (10%). Per la gioia del management, il gruppo italo-americano cala “solo” dell’8,4% nei primi cinque mesi, mantenendo il secondo posto europeo, anche se a fatica.
Moral della favola? Il mercato imbambolato, l’elettrico che avanza timido, il termico che sparisce/arrugginisce e gli automobilisti… ancora lì, a guardare e aspettare.
In sostanza, il settore dell’auto in Europa sembra un vecchio film con un finale prevedibile: si corre, si inizia, si rallenta, e alla fine si resta fermi. Nel frattempo, tra proclami, normative incomprensibili e investimenti sbagliati, gli automobilisti restano spettatori passivi di una rivoluzione che fatica a decollare, mentre i vecchi motori fanno un’enorme panchina d’onore verso l’oblio. L’unica curiosità è scoprire chi, prima o poi, deciderà se accelerare sul serio o mettere definitivamente in garage questa commedia infinita.