Meno colf ma più badanti: il capolavoro del mercato domestico italiano nel 2024

Meno colf ma più badanti: il capolavoro del mercato domestico italiano nel 2024
La crisi silenziosa del lavoro domestico in Italia: meno badanti, salari che svelano sorprese e una fuga inesorabile

Nel 2024, i lavoratori domestici con almeno un contributo versato all’INPS sono scesi a 817.403, segnando un calo del 3% rispetto all’anno precedente e registrando così la terza flessione consecutiva. Dopo i picchi evidenziati nel 2020 e 2021, frutto della regolarizzazione forzata causata dal lockdown e dai vari decreti sull’emersione del lavoro irregolare, tra il 2021 e il 2024 si è persa una quota di circa 158 mila lavoratori domestici. Questi dati emergono chiaramente dall’Osservatorio Lavoratori Domestici, esaminato durante il convegno dedicato al valore strategico del lavoro domestico per il welfare e l’economia italiane.

Il 2024 segna un momento storico: per la prima volta la percentuale di badanti supera quella delle colf, arrivando al 50,5%, contro il 49,5%. I lavori di colf restano appannaggio soprattutto dei lavoratori italiani e in generale della maggioranza degli stranieri, mentre i badanti sono prevalentemente provenienti da zone ben precise: Europa dell’Est, Medio Oriente asiatico, Nord Africa e America Latina, quasi come se ci fosse una ben delineata geografia delle mansioni domestiche che nessuno osa sfidare.

Il calo totale del numero di lavoratori domestici mostra un volto ancor più maschile: gli uomini sono diminuiti del 7%, mentre le donne si “accontentano” di un meno 2%. Restano comunque dominanti nel settore: le donne rappresentano l’89% del totale, un valore rimasto stabile rispetto agli anni pre-pandemici, con 726.589 lavoratrici contro 90.814 uomini. A livello geografico, il Nord-Ovest si conferma la terra promessa di questo comparto con il 30,7% della forza lavoro, seguito dal Centro (27,6%), Nord-Est (19,9%), Sud (12,2%) e Isole (9,6%).

Se volessimo tracciare una mappa regioni-che-contano, la Lombardia domina incontrastata con 158.378 lavoratori domestici, ovvero il 19,4% del totale nazionale. Seguono a ruota il Lazio (14,1%), la Toscana (8,8%) e l’Emilia Romagna (8,5%), che insieme raccolgono più della metà degli addetti al lavoro domestico in Italia. A quanto pare, il Sud e le Isole sono ancora posti da cui, per un motivo o per l’altro, è difficile fare il pieno di collaboratori domestici.

Passando ai dati anagrafici, la fascia d’età più rappresentata tra questi lavoratori è quella tra i 55 e i 59 anni, con il 18,6% del totale. E non è certo incoraggiante scoprire che ben il 25,7% supera i 60 anni, mentre i giovanissimi al di sotto dei 25 anni si limitano a un misero 1,5%. Insomma, il lavoro domestico sembra riservato quasi esclusivamente a chi ha già fatto un bel po’ di strada. Curioso, però, che se ci si aspetta una disparità retributiva drammatica a sfavore delle donne, in realtà succede il contrario.

In Italia nel 2024, mediamente, le badanti guadagnano più dei colleghi maschi: 7.800 euro l’anno per le donne, contro 7.500 per gli uomini. E se ci si domanda se questo è frutto di un trattamento di favore o di altro, la risposta risiede nella tipologia di lavoro: i compensi per le badanti sono infatti più alti del 29% rispetto a quelli delle colf. Già, una differenziazione salariale che ribalta le aspettative consuete, e che forse nasconde molto più delle semplici cifre.

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