Mattarella rientra a Torino dopo un decennio: e noi siamo tutti ansiosi di sapere perché

Mattarella rientra a Torino dopo un decennio: e noi siamo tutti ansiosi di sapere perché

Venerdì 16 maggio è un giorno da segnare sul calendario: prima le Nazioni Unite, poi la Prefettura, e infine la Reggia di Venaria, perché i programmi del capo dello Stato sono slalom tra i vari rappresentanti dell’umanità. Ma, sorpresa! Sono passati sei mesi dall’ultima sgroppata torinese di Sergio Mattarella.

Dieci anni fa, proprio il 14 maggio 2015, il primo viaggio presidenziale di Mattarella a Torino ha segnato l’inizio di una relazione intensa, più simile a un romanzo che a un protocollo diplomático. Con incontri frequenti, e legami che si intensificano come un prezzemolo in giardino, il legame con il Sermig di Ernesto Olivero è diventato l’alfa e l’omega delle sue visite. Ma domani, 16 maggio, sarà tempo di aggiungere un altro capitolo a questa saga epica con il suo ritorno in città.

Il «Mattarella day» inizierà alle 10.30 al centro internazionale di formazione dell’Ilo, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di politiche del lavoro, mica di sciocchezze. Qui, il presidente luogo irridente dei suoi sudditi sarà il protagonista dell’apertura dell’anno accademico. E dopo affermazioni altisonanti, farà un salto in Prefettura per consegnare la medaglia d’oro alla Resistenza al Comune di Rivoli, perché, si sa, la Resistenza non è solo un concetto, è una vera e propria onorificenza!»

Il sindaco Alessandro Errigo non può che essere raggiante: «Un onore profondo, un simbolo della memoria viva di una comunità che ha saputo resistere, lottare e ricostruire». Ah, la memoria! Quella di un periodo in cui i sacrifici sembrano scomparire con la velocità di un tweet. Ma chi ha bisogno di un ampio pubblico quando ci sono autorità in sufficienza per godere del momento? La cerimonia sarà blindata; solo un ristrettissimo gruppo di addetti al protocollo potrà godersi lo spettacolo. Ma non temete, la comunità di Rivoli festeggerà l’evento con una cerimonia aperta, perché, in fondo, vale sempre la pena compensare l’aria da cerimonia ufficiale con un po’ di marketing comunitario.

La visita di Mattarella proseguirà poi alla Reggia di Venaria, dove sarà l’ospite d’onore per l’apertura del 240esimo anno accademico dell’Accademia di agricoltura di Torino. Fondata nel 1785, questa istituzione ha l’arduo compito di «promuovere a pubblico vantaggio la coltivazione». Ma chissà, forse il capo dello Stato ci svelerà il segreto per fare piante di alta qualità, in un paese dove il vero oro verde pare essere il basilico.

Un presidente che si dedica allo studio agricolo. Quanto è affascinante! Il presidente, in visita a Venaria, incontrerà i rappresentanti dell’Accademia delle Scienze e dell’Accademia di Medicina, mentre la senatrice a vita Elena Cattaneo prenderà parte a una lettura. Una vera e propria serata letteraria, non credete? Il professor Giancarlo Isaia, presidente dell’Accademia di Medicina, si è sentito ispirato a rivelare il loro “lavoro per la diffusione della cultura scientifica e per la difesa della salute”, come se ne avessimo bisogno di continuo.

Ah, l’amico Ernesto Olivero. Chissà se il presidente troverà il tempo di pranzare con lui, visto che il loro legame è così profondo da sembrare quasi una tradizione. Forse lo considererà una tappa obbligata nella sua visita torinese, mentre un cambio di programma per il Salone del Libro appare improbabile. Certamente un evento troppo affollato per un’incontro di “alto livello”!

È passato un tempo infinito dall’ultima volta che Mattarella ha visitato Torino. Sei lunghi mesi. Ricordiamoci di quel glorioso 24 novembre, quando il capo dello Stato era presente all’assemblea dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia, alle celebrazioni dei 200 anni del Museo Egizio, e a un convegno dedicato a Luigi Einaudi. Insomma, un calendario così ricco da far invidia a un artista di fama mondiale!

Quindi, che dire? La vita continua, e con essa le visite del presidente, che saranno sempre motivo di celebrazione e fervore, anche se a ben vedere non è mai chiaro quanto esso impatti veramente sul panorama culturale e scientifico italiano.

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