Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto una capatina a Modena, precisamente nella piazza d’armi del Parco Novi Sad, per la cerimonia del «Mak P100». Questo evento riunisce gli allievi ufficiali del 205esimo corso Fierezza dell’Accademia Militare, segnando i cento giorni che li separano dalla tanto ambita promozione al grado di sottotenente dell’Esercito e dell’Arma dei Carabinieri. Una celebrazione che affonda le radici nel lontano 1840: un vero tuffo nella storia, non trovate?
Durante questa cerimonia, i più anziani cedono ai più giovani la «Stecca Accademica.» Scoprirete che si tratta di una riproduzione in grande scala di un piccolo attrezzo di legno, in passato utilizzato per lucidare i bottoni metallici della giubba, evitando di macchiare il tessuto. Un’arte che, presumo, ha i suoi modelli di riferimento in altri secoli. Ma perché preoccuparsi? È solo un accessorio, giusto?
Non poteva mancare una dimostrazione pratica delle attività di addestramento e ginnico-sportive, perché, si sa, in uno dei più antichi istituti di formazione militare al mondo, l’allenamento si fa in grande stile. Quanto a Mattarella, la sua mattinata a Modena si è conclusa con una visita al Palazzo Ducale, dove ha potuto ammirare le meraviglie locali e, perché no, firmare l’albo di onore. Un bel modo per rimarcare che ‘io, qui, ci sono passato’. Bella l’aria di prestigio.
In questa festicciola era presente anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, accompagnato da un entourage di altissimo profilo militare, ovvero il capo di stato maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, e il capo di stato maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano. Con loro il presidente della Regione Michele de Pascale e il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti. Insomma, una parata di autorità di quelli che contano, giusto per far capire quanto sia importante tutto questo.
Crosetto ha sentito il bisogno di impartire qualche perla di saggezza agli allievi, affermando: “Questo è un’accademia che deve formare le persone ad affrontare il futuro, la modernità, le sfide sempre più difficili di un futuro sempre più incerto, sempre più in movimento, sempre più veloce e a difendere e presidiare valori antichissimi.”
“Valori che seguono l’umanità da centinaia di anni, che non cambiano. La fierezza, il senso della parola, il servizio, il sacrificio,” ha aggiunto, come se non fosse chiaro per tutti che la modernità spesso fa a pugni con questi concetti. Ma ehi, chi ha tempo per riflettere su simili contraddizioni mentre ci si diletta a polire i bottoni delle giubbe?
Infine, il ministro ha fatto notare che “storie e valori… di cui si parla sempre meno, perché è difficile mettere su Instagram un valore. Un valore non si può postare. Un valore non ti fa crescere”. Ah, la bellezza di riconoscere la superficialità dei social media mentre si è immersi in una celebrazione che riecheggia secoli di tradizione e cerimoniali! È un vero peccato che i valori non possano essere “taggati” ma, ehi, chi ha bisogno di Instagram quando hai una stecca in legno?
Ah, i valori! Che concetto affascinante, vero? Secondo qualcuno, un valore è praticamente un tesoro nascosto dentro di noi, qualcosa che possiamo mostrare solo attraverso le azioni, ma non quelle che immortalate col telefonino. No, quelle sono assolutamente da evitare! Si tratta delle gesta che compiamo nell’ombra, quando crediamo che nessuno ci stia guardando. Certo, perché chi ha bisogno di riconoscimento quando puoi semplicemente vivere con l’illusione di essere un eroe solitario? E chissà, magari questa accademia magica ci insegnerà che da soli valiamo pochissimo e che la vera forza si scopre solo legandosi ad altri. Che messaggio edificante!
Ma passiamo a cose più “serie”. Il generale di corpo d’armata Carmine Masiello, il nostro esperto di crisi globali, ha avuto l’ardire di affermare: “Oggi più che mai, in un quadro geopolitico estremamente destabilizzato da guerre e minacce ibride…”. Ah, che originalità! Come se il mondo non fosse già abbastanza in subbuglio, ora ci dobbiamo anche preparare per la “prova peggiore”. Cosa potrebbe essere, un attacco di alieni o il ritorno delle cravatte a farfalla?
Continua con il suo proclama di preparazione e determinazione: “Chi sceglie la nostra vita deve sapere che ci sono regole da accettare…” Ed è qui che le cose iniziano a diventare davvero divertenti. Regole che “rendono totalizzante il nostro impegno”. Quindi, in pratica, siamo tutti schiavi di una causa, giusto? E non dimentichiamo il “coraggio”, che deve essere applicato in “ogni aspetto della nostra vita”. Ma certo, cosa c’è di meglio che vivere costantemente sotto pressione per dimostrare quanto si è leali a una serie di regole? Sembrano quasi i preparativi per un reality show di sopravvivenza, dove il valore dell’amicizia viene sostituito dall’abilità di seguire una disciplina da far tremare i polsi.


