Mattarella e il 25 aprile: solo un’altra scusa per ricordarci doveri che ignoriamo?

Mattarella e il 25 aprile: solo un’altra scusa per ricordarci doveri che ignoriamo?

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deciso di regalare un momento di “profonda riflessione” (perché ovviamente il 25 aprile non è solo un giorno qualsiasi). Durante un incontro con i rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, ha snocciolato frasi che sembrano uscite da un film in costume, parlando di memoria e di libertà, come se fossimo tutti dimentichi del significato di quel giorno.

“Il 25 aprile non è soltanto memoria, ma un fermo richiamo all’impegno di rivolgere lo sguardo al passato”, ha esordito con un tono quasi profetico. Perché, come dire, forse non ci si rende conto che il passato è un po’ come un guanto di pelle: elegante ma con alcune macchie?”

Il nostro caro Mattarella ha continuato con la sua ode alla generazione di italiani, civili e militari, che con il loro sacrificio e determinazione hanno “restaurato” la nostra libertà. Sì, avete capito bene, “restaurato”, come se fosse un’opera d’arte che è stata semplice da recuperare.

Insomma, si potrebbe quasi pensare che l’obiettivo sia quello di farci sentire colpevoli, come se ogni giorno dovessimo andare in giro a portare un cartello con scritto “Grazie a quelli del ’45! Senza di voi saremmo ancora nelle tenebre!” Salon & Saloon, benvenuti al circo della retorica patriottica.

In questo modo, il Presidente ci ricorda di non dimenticare mai il sacrificio di queste generazioni, anche se sarebbe bello capire come quel sacrificio si traduca nel presente. Ma non importa, mettiamo da parte le domande scomode: oggi celebriamo, riflettiamo e, nel frattempo, aspettiamo che le promesse di libertà si materializzino in qualcosa di più di semplici parole.

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