Ah, il raffinatissimo Sergio Mattarella, che si lancia in un melodrammatico messaggio a Isaac Herzog in occasione del settantesimo anniversario dell’indipendenza di Israele. Perché chi non vorrebbe festeggiare un compleanno del genere con tanto fervore diplomatico? Certo, il suo auspicio di «superare la logica del conflitto» è veramente innovativo, non trovate? Sembra quasi che nessuno lo abbia mai detto prima. Un applauso, per favore!
Ma procediamo: Mattarella esprime il desiderio di abbracciare una «prospettiva di pace, ricostruzione e benessere… nel pieno rispetto dei diritti umani». Fantastico! Questo ci ricorda la famosa citazione di quelli che ci sanno fare: «La pace nei conflitti si raggiunge con la pace». Spegniamo pure un po’ di candeline ora, perché sopra questa torta ci sono sicuramente molte contraddizioni!
Naturalmente, non poteva mancare l’invito a una soluzione «in linea con il diritto internazionale», che per caso è un affermazione che viene ripetuta in cori melodiosi da qualche parte. Perché chi di noi non ama un bel «due popoli e due Stati», un mantra che suona bene e che sembra risolvere ogni problema, come un magico incantesimo?
Ma per fortuna Mattarella non si è risparmiato nel riflettere sulla «drammatica crisi che ancora lacera la regione». Davvero un’analisi coraggiosa, il tipo di cose che si potrebbe scrivere in un magnifico cenone di Natale. Aggiunge, con la stessa serietà di un orso in letargo, che condanna attacchi terroristici del 2023 e si fa vicino a famiglie di ostaggi. Chi non è colpito da tale empatia! E giustamente, chi potrebbe opporsi a un po’ di antisemitismo? Fantastico.
E giusto per non sembrare troppo statico, Mattarella sottolinea l’«essenziale importanza di garantire l’accesso umanitario a Gaza». Ma, a quanto pare, questo è solo il topping di una torta che continua a subire fette, non sembra? Non è che risolvere le «inaccettabili sofferenze della popolazione civile» sia alla portata di un semplice messaggio, ma la speranza è viva!
Ora, passiamo alla parte più affascinante: l’amicizia tra Israele e l’Italia, che, radicata nei solidi valori democratici, alimenta un ricco «partenariato politico, culturale ed economico». Wow, che scoperta! Perché non si era mai sentito parlare di amicizie solide tra Stati?
E arriviamo infine a questa perla: «Frequenti contatti istituzionali e visite»! Oh, che gioia! Perché chi non ama vantarsi di rapporti basati su visite e incontri? Evidentemente, questo è ciò che realmente costruisce ponti. Grazie, Mattarella, per il vostro contributo alla pacificazione globale con l’aggiunta di gettarne un po’ di polvere magica. Dobbiamo prepararci per il prossimo anniversario, chissà quale altro messaggio poetico potrà sorprendere!