È davvero sorprendente notare che il governatore Vincenzo De Luca abbia preso le posizioni più controverse su una tragedia come quella di Martina Carbonaro, assassinata a soli 14 anni. Carfagna, ex ministra in un governo, evidentemente si è sentita in dovere di esprimere il suo disappunto, ma chissà, forse stava solo cercando un modo per creare un po’ di drama politico.
Durante un convegno, De Luca ha dichiarato: “Ho letto sui giornali la vicenda della ragazzina uccisa ad Afragola a 14 anni, ho letto che era fidanzata da due anni con un ragazzo, cioè da quando aveva 12 anni. Non so… È difficile.” Incredibile, vero? Qui abbiamo un governatore che si chiede se avere un fidanzato a 12 anni possa in qualche modo giustificare un omicidio. Ma di cosa stiamo parlando?
Mara Carfagna non ha perso tempo ad accusarlo di perpetuare un’antica giustificazione maschilista: “È lei che se l’è andata a cercare.” La cultura distorta di cui parla è chiaramente in bella mostra, eppure il governatore sembra del tutto inconsapevole della gravità delle sue parole.
La risposta di Carfagna è stata ferma: “Questo tipo di pensiero, più attento ai presunti ‘peccati’ della vittima che alle azioni ingiustificabili dell’assassino, è il segno più chiaro della cultura distorta e pericolosa di questi tempi.” Ben detto! È incredibile come l’attenzione sembri sempre spostarsi sulla vittima piuttosto che sull’aggressore. Ma, ovviamente, parliamo di situazioni in cui le donne continuano a essere accusate e stigmatizzate.
La domanda è: quante volte questi messaggi tossici saranno ripetuti? Quanti giovani cresceranno convinti che l’omicidio di una donna possa davvero essere parzialmente giustificato dalla sua vita privata? Carfagna chiude il suo intervento con una nota polemica, sottolineando che ogni statistica e dato ribadisce che la colpa non è mai della vittima. Eppure, eccoci qui a sentirci dire il contrario da chi dovrebbe dare un esempio.
Nel frattempo, il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha scelto di non entrare in polemica, preferendo spiegare che c’è un problema culturale e di accettazione dei rifiuti, come se ciò potesse somehow giustificare la retorica di De Luca. Ma per favore, non facciamo finta di non vedere l’assurdità di queste affermazioni.
Che bel panorama educativo ci offre il nostro tempo, vero? Già, perché ci ritroviamo a dover ammettere che i nostri ragazzi sembrano essere in balia di una fragilità che fa impallidire. Il nostro amato primo cittadino, il Sindaco Manfredi, ha recentemente sottolineato come il ripetersi di drammi giovanili sia un chiaro campanello d’allarme riguardo la difficoltà di accettare la sconfitta e il rifiuto. Ma chi l’avrebbe mai pensato! Tutti questi episodi hanno un fil rouge che ci unisce: la reazione violenta alla frustrazione.
Per il nostro saggio Sindaco, c’è evidentemente «un tema di educazione all’affettività». Ecco, educare i nostri figli, in particolare i maschi, a mostrarsi un po’ più rispettosi nei confronti degli altri sembra essere la chiave di volta. Non ci avevamo mai pensato! Passi avanti verso una società più civile, certo. L’idea che ci possa essere un problema educativo implica che, chissà, forse i nostri metodi di insegnamento e il nostro approccio alla società non siano proprio il massimo. Ma a chi importa? La legalità, dopotutto, è una bella parola da sventolare, ma il nostro Sindaco sembra un po’ dubitare che basti. Ma invece, chi ha bisogno di un approccio ragionato quando possiamo semplicemente invocare la legge?
Giungiamo quindi all’aspetto dei social. La nostra rapida evoluzione tecnologica ha però portato con sé qualche problema. Il Sindaco Manfredi dice che ci sono «troppe sollecitazioni, troppe provocazioni». Davvero geniale, non vi pare? È come se dicesse che l’acqua è bagnata. E così, diventa un tema di dimensioni sociali e non solo politiche. Cosa possiamo fare noi cittadini? Chiediamoci come possiamo affrontare un’emergenza sociale che, incredibilmente, sembra ripetersi con una frequenza imbarazzante.
In definitiva, siamo tutti consapevoli che questi casi di violenza giovanile sono drammatici e non possiamo sperare che si risolvano con un semplice annuncio e un paio di buone intenzioni. C’è un problema ben più profondo, e, dulcis in fundo, il nostro Sindaco ci invita a metterci insieme per affrontarlo. Ma sarà abbastanza? Questo è il mistero. Intanto, buona fortuna a tutti noi nel cercare di ottenere delle soluzioni che non sembrino prive di senso.


