Il sindaco di Napoli si mostra tutto sommato favorevole alla possibilità di un terzo mandato come presidente dell’Anci, ovviamente con la premessa che “si deve fare in modo giusto”. Insomma, perché non allungare la possibilità di rimanere incollati alla poltrona anche ai sindaci delle grandi città? A quanto pare, per lui, il solo problema è come si decide di consentire ai governatori di presentarsi per la terza volta. Un’idea che dimostra quanto possa essere elastica l’interpretazione dei diritti, a patto che tutti si possano godere le gioie dell’incarico.
Il primo cittadino, sempre cautamente, chiarisce che “la possibilità di un terzo mandato deve essere regolata da una norma”. Ma chi ha bisogno di formalità quando si può sempre decidere tutto con un colpo di penna? Secondo l’ex rettore della Federico II, non è solo una questione di numeri da mettere in gioco, ma di trovare una legge elettorale che apra a discussioni “ampie”. Perché non allargare il tavolo e rendere le cose più interessanti? Il rischio di sembrare un po’ incoerenti non sembra preoccupare nessuno.
Peccato che, secondo lui, “se si decide di eliminare il limite dei mandati” per le Regioni, bisognerebbe farlo anche per i Comuni. E qui sorge la questione di equità, perché non si può permettere che solo i sindaci dei comuni con più di 15.000 abitanti siano costretti a rispettare limiti di mandato. Una logica cristallina, non c’è che dire!
In questo clima di opportunità rinnovata, la possibilità di rivedere il terzo mandato ha conquistato il favore del governatore De Luca. Tuttavia, nel centrodestra, questa eventualità viene vista come quasi “scontata”. Strano come nessuno sembri preoccuparsi di come tutto questo avverrà, se per decreto legge o altre forme magiche di trasformazione legislativa. Nessuno ha, finora, velato un piccolo dubbio: chi ha bisogno di attese e discussioni quando si può avere tutto e subito, magari in vista delle elezioni autunnali?


