Malconcia e piena di lividi ma ancora in piedi: la WTO ci racconta il miracolo del commercio mondiale

Malconcia e piena di lividi ma ancora in piedi: la WTO ci racconta il miracolo del commercio mondiale

Ah, il commercio globale, quel miracolo inefficiente che sembra poter sopravvivere a qualsiasi tipo di terremoto economico scatenato da qualche politica unilaterale americana. Secondo Ngozi Okonjo-Iweala, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, nonostante il caos, le pressioni e i dazi introdotti quest’anno dagli Stati Uniti, il sistema commerciale mondiale non è affatto rotto. Sorprendente, vero?

La signora Okonjo-Iweala, con un ottimismo che sfiora il sarcasmo involontario, ha confessato a CNBC che sì, la situazione rappresenta «la più grande interruzione del commercio globale da 80 anni a questa parte», ma, miracolosamente, il sistema «è malconcio, ammaccato, ma ancora in piedi». Si tratta di una definizione che sembra appena uscita da un manuale di sopravvivenza post-apocalittica.

Nel frattempo, sul palco internazionale, il nostro tanto celebrato presidente americano, Donald Trump, sta completando il suo tour asiatico tra firme di accordi e truce tregue commerciali per aggiustare i danni daziari che lui stesso ha innescato con la solerzia di un novello Rambo del protezionismo. Ma il vero momento di gloria sarà l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping, previsto per giovedì, dove si spera che possano scambiarsi promesse di diminuire reciproci dazi e contro-dazi in una sequela di negoziazioni che ricorda più una partita a poker che un trattato internazionale.

Okonjo-Iweala ha reso pubblica la sua speranza che questo incontro «vada molto bene», ricordandoci che qualsiasi riduzione delle tensioni commerciali sarebbe una benedizione per il mondo – o almeno per chi non si chiama Stati Uniti e Cina, ovvero i due gladiatori di questo circo commerciale.

La direttrice generale mette i puntini sulle i: una divisione tra Cina e USA creerebbe due blocchi economici contrapposti che danneggerebbero il benessere globale, con i Paesi più poveri a prendersi il colpo più pesante. Insomma, niente di nuovo sotto il sole, ma sempre bello sentirselo ripetere, soprattutto quando questi stessi Paesi si trovano spesso a osservare impotenti le scaramucce tra giganti.

Un Prognostico Che Fa Girare la Testa

Con una mossa degna di un prestigiatore, la WTO ha ritoccato all’insù le sue previsioni di crescita dei commerci globali per il 2025, scrivendo però nero su bianco che il 2026 sembra destinato a essere una doccia gelata. Per quest’anno si parla di un +2,4% di volume commerciale globale, molto più generoso rispetto all’1% scarso stimato solo poche settimane prima.

Poi, però, arriva il colpo di scena: la crescita per il 2026 viene ridimensionata drasticamente da un energico 1,8% a un triste 0,5%. Le cause? Una crisi economica globale che s’indurisce come il cemento, e quella meraviglia chiamata dazi che, invece di proteggere, soffocano il commercio. Ah, che sorpresa, no?

La storia degli ultimi anni ha visto Trump giocare a fare lo sceriffo protezionista con dazi a pioggia e misure che quasi fanno rimpiangere tempi più semplici, tipo la peste o le guerre mondiali. Mentre qualche Paese si è affrettato a negoziare per evitarne l’impatto – persino alleati come il Regno Unito – almeno un bel 10% di dazio sulle esportazioni verso gli Stati Uniti è un regalo che l’America non rinuncia a farsi.

Ironia della sorte, il primo semestre del 2025 ha mostrato un’impennata nel volume degli scambi globali, con un rialzo quasi del 5% su base annua. A cosa si deve questo enigma? Beh, qualcuno ha pensato bene di anticipare i propri acquisti negli Stati Uniti prima che i dazi si impuntassero ancora di più, oltre a godere di condizioni economiche quasi idilliache in alcune superpotenze.

Non mancano poi le stelle nascenti come i mercati emergenti che continuano a crescere senza sosta, e un boom praticamente incontrollabile delle richieste di prodotti legati all’intelligenza artificiale — dal silicio di semiconduttori ai server ai dispositivi telecom. Parliamo di una crescita dell’ordine del 20% in valore, che ha brillantemente trainato mezza espansione commerciale globale nel primo semestre.

L’assurdo Duello per l’Intelligenza Artificiale

Nel frattempo, la guerra commerciale più sofisticata e futuristica si gioca nel mercato dell’intelligenza artificiale. La WTO ha rimarcato che gli Stati Uniti rappresentano circa un quinto della crescita del commercio legato all’AI nei primi sei mesi del 2025, ma il vero protagonista resta l’Asia, che si prende ben due terzi di questo settore in espansione.

Nell’epoca dell’automazione e delle macchine pensanti, il confronto politico tra blocchi economici si fa più sottile, ma non meno spietato. Forse un giorno riusciremo perfino a godere di un commercio globale libero da dazi, veti e guerre tariffarie, ma fino ad allora bendiamoci gli occhi e immaginiamo che tutto funzioni come dovrebbe.

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