Il sindaco, Simone Zanetti, si è trovato nel bel mezzo di un attacco ingiusto, o almeno così sostiene. Sembra che basti un battito d’ali per mettere in discussione sei anni di “brillante” amministrazione. Chissà, magari la prossima volta barre lo porta in campo di battaglia?
Le polemiche sui festeggiamenti per la Festa della Liberazione a Maclodio hanno persino raggiunto le aule del parlamento. Il senatore Gianpietro Maffoni, membro dell’ufficio di presidenza del Senato e ovviamente esponente dei Fratelli d’Italia, ha pensato bene di presenziare alla cerimonia del 25 aprile nel comune bassaiolo, per esprimere così una doverosa vicinanza al sindaco. Che gesto generoso, no?
Maffoni, in un eccesso di retorica, ha dichiarato che «è stato attaccato in modo ingiusto e a volte basta poco per mettere in gioco tutto quello di buono che si è costruito in sei anni da amministratore». Sì, perché chiaramente non esistono problemi più gravi di una polemica su una festa.
Ma c’è dell’altro: il senatore, ex sindaco di Orzinuovi, ha voluto difendere i valori dell’antifascismo, quei valori che ridono in faccia alla Repubblica: «Non mettiamo in discussione tutto ciò che ha contribuito a liberare la nostra Italia dal nazismo e dal fascismo». Una frase che suona molto bella, ma chissà come la pensa su altre questioni. E naturalmente, grazie ai partigiani, senza i quali oggi probabilmente non ci sarebbe nemmeno un Gianpietro Maffoni da ascoltare.
Il senatore ha poi proposto di trasformare l’ottantesimo anniversario della Liberazione in un evento di pacificazione del Paese. “Ricordiamo questi avvenimenti drammatici perché tutti i nostri parenti si sono trovati a scontrarsi gli uni contro gli altri pur essendo italiani.” Un messaggio di pace che, a quanto pare, si scontra con le sue affermazioni precedenti. Ma chi ha bisogno di coerenza quando si festeggia la liberazione?
Infine, non poteva mancare una critica per coloro che osano contestare il sindaco di Maclodio. «Disturbare la cerimonia con quelle modalità non è stato affatto bello» ha concluso Maffoni, come se il bello e il brutto avessero davvero importanza in un contesto del genere. Davvero un commento da maestro zen.