LVMH festeggia profitti da record mentre il buon senso prende una lunga pausa nel terzo trimestre

LVMH festeggia profitti da record mentre il buon senso prende una lunga pausa nel terzo trimestre

Passeggiando davanti a una vetrina di Louis Vuitton, non si può fare a meno di notare che a volte anche il mondo del lusso ha bisogno di qualche colpo di fortuna. In questo caso, il colosso francese LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton SE ha deciso di rianimare le proprie azioni, schizzate del 13% in un solo giorno, dopo aver annunciato una crescita trimestrale — sì, avete capito bene, una crescita dopo mesi e mesi di tribolazioni.

In un aggiornamento post-chiusura degli scambi europei di martedì, il gigante del lusso, spesso considerato un termometro affidabile del mercato globale di fascia alta, ha rivelato una crescita organica dell’1% nel terzo trimestre rispetto all’anno scorso. Non tanto da svenire, ma dopo due trimestri di cadute consecutive, sembra quasi un miracolo degno di nota.

Il fatturato per i mesi fino a settembre si è assestato a 18,3 miliardi di euro (pari a 21,3 miliardi di dollari), lievemente inferiore rispetto ai 19,1 miliardi dello stesso periodo l’anno precedente, ma comunque superiore alle sempre grigie aspettative degli analisti. Fatevi spazio, il denaro gira ancora — almeno per loro.

La quotazione è poi volata a +12,8%, un balzo che ha risveglito anche l’intero settore europeo del lusso, trascinando l’indice Stoxx Europe Luxury 10 su un brillante +3,5% nella mattinata di mercoledì. Le azioni di Christian Dior si sono impennate del 13%, mentre Burberry ha messo a segno un più stuzzicante 7% e il proprietario di Gucci, Kering, non è stato da meno con un +6%. Un vero e proprio valzer di milioni.

Naturalmente, la scusa per tutte le montagne russe del 2024 sono state le solite note: venti contrari valutari, tensioni commerciali infinite e qualche rottura economica qua e là. Ma niente paura, LVMH cerca di consolarci con la sua “resilienza” e il “forte slancio innovativo” del terzo trimestre. Parole di rito, mentre il settore vini e liquori recupera dopo essere stato messo KO dalle nuove tasse cinesi sui cognac europei e dai dazi americani. Da non dimenticare: le geopolitiche allegre aiutano sempre a vendere qualche bottiglia in più.

Una panoramica degli utili: quando il mercato ride

Nel complesso — tirate un sospiro di sollievo — gli Stati Uniti e l’Europa hanno comunque garantito una “solida domanda locale” nei tre mesi fino a settembre. E per Asia? Tranne il solito Giappone, finalmente una “notevole” ripresa delle tendenze di mercato. Tra nuvole di incertezze, qualche schiarita arriva sempre.

È stato però il settore retail selettivo a indossare la corona di campione, con una crescita organica del 7% rispetto allo scorso anno. Ce lo dice direttamente il gruppo: Sephora, il gioiellino della bellezza, ha realizzato una performance “straordinaria”, grazie anche al lancio da record di Rhode, la linea beauty fondata dalla modella Hailey Bieber. Perché, se non puoi conquistare il mercato del lusso con un profumo o una borsa, almeno prova con una crema.

Guardando al futuro, LVMH non si risparmia in ottimismo, come sempre condito da belle promesse che sanno tanto di mantra aziendale. Il gruppo assicura che continuerà a puntare tutto sulla “desiderabilità” dei propri marchi, sorretta da prodotti autentici e di qualità, un retail d’eccellenza e un’organizzazione “agile”. Parole magiche per preparare le masse al prossimo giro di giostra.

L’azienda francese ha dunque concluso, sorridendo tra sé e sé, che farà leva sui suoi brand potenti e sul “talento” dei suoi dipendenti per riaffermare la propria supremazia globale nel settore del lusso… nel 2025. Insomma, se sopravvivremo fino ad allora e non ci saremo dimenticati che cos’è la qualità, potremo tutti tirare un sospiro di sollievo — o almeno quelli in questa élite dorata.

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