Giuseppe Catizone della Lega ha dichiarato: “Il primo cittadino è responsabile della sicurezza e non può minimizzare questo ruolo.” E chi può dargli torto? Dopo tutto, chi non vorrebbe un sindaco che si occupi della sicurezza dei cittadini, piuttosto che rifugiarsi in un discorso da bar davanti a una competizione di incompetenza?
Ma ecco che corre in soccorso il consigliere Ferrante De Benedictis di Fratelli d’Italia, pronto a sottolineare che il sindaco potrebbe fare di più. “Può emettere ordinanze, usare strumenti elettronici,” ha detto quasi come se stesse descrivendo una nuova app per smartphone. È incredibile pensare come la tecnologia possa risolvere problemi secolari, non è vero?
Il dibattito è scoppiato in seguito all’omicidio di un giovane, Mamoud Diane, nel quartiere di Barriera di Milano. Sul palco, il sindaco Stefano Lo Russo ha cercato di spiegare che, sorpresa, “la Regione dovrebbe occuparsi della salute degli utilizzatori di droga e della gestione delle patologie psichiatriche”. Ma certo, perché mai pensare che il Comune possa assumersi qualche responsabilità diretta? Meglio creare un bel po’ di confusione e sperare che qualcuno risolva il tutto.
Ora, non fraintendetemi. La considerazione di Lo Russo che “i presidi di Polizia vanno bene ma non hanno risolto il problema come qualcuno pensava” è un vero capolavoro di understatement. Chi avrebbe mai pensato che un paio di poliziotti in giro non sarebbero stati la panacea a tutti i mali? È un concetto quasi innovativo!
Da parte delle opposizioni, le cose si infiammano. Domenico Garcea di Forza Italia ha imputato al sindaco di aver “sottovalutato la situazione di Barriera”. Ma non sarebbe divertente pensare che fosse un stratega del suffragio, preferendo far passare le responsabilità al prefetto e al questore, piuttosto che ammettere che magari, solo magari, potrebbe essere il momento di prendere in mano la situazione?
In tutto questo, Andrea Russi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha descritto la situazione come “agghiacciante”. Chissà, forse pensava di aver azzeccato il tono giusto per una soffiata sul brivido delle notizie. Non ci voleva molto, ma è sempre bello avere un pizzico di drammaticità nel tutto.
Incredibile, ma vero: la situazione a Torino è decisamente allarmante, e il sindaco, invece di affrontare i problemi del territorio, sembra più interessato a costruire alleanze per le prossime elezioni del 2027. Chiaramente, le periferie non hanno mai brillato per priorità, ma adesso, dopo aver ignorato tout court questa questione, si affida al governo per un’“emergenza” che lui stesso ha contribuito a creare.
La capogruppo di Forza Italia, Federica Scanderebech, ha avuto la brillante idea di lanciare una commissione speciale intitolata “Periferie al centro del Comune di Torino”. Forse crede che mettere un’etichetta sopra i problemi li faccia sparire? Sicuramente non ha in mente di replicare il lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sul degrado delle città: un’idea rivoluzionaria, non c’è che dire! Mentre a Bari si cercano soluzioni, qui ci si perde in parole.
Tra i banchi dell’opposizione, il consigliere di Torino Bellissima, Pierlucio Firrao, è l’unico a dire qualcosa di sensato, sottolineando almeno il problema di sicurezza. Ma la speranza di collaborazione istituzionale sembra un’utopia lontana, proprio come trovare un unicornio nel Centro di Torino.
Nel frattempo, la maggioranza si stringe attorno al sindaco, quasi come un gruppo di amici che si riunisce per una serata di karaoke, esibendo una certa coesione. Il capogruppo Dem, Claudio Cerrato, ha persino esaltato l’impegno dell’amministrazione con un generoso investimento di 3 milioni, mentre la Regione non muove un dito. La Sinistra Ecologista e il suo capogruppo Sara Diena, però, si permettono il lusso di etichettare le critiche delle opposizioni come “populismo”. Ma scusate, il nome di Mamoud Diane, un morto in via Monterosa, non è forse troppo umano per meritare attenzione? E, naturalmente, la Lega e Fratelli d’Italia non potevano mancare nel creare uno spettacolo di contraddizioni sul diritto di sentirsi “liberi a casa propria”, ma solo se sei bianco e benestante.
E non sorprende che il sindaco Lo Russo si unisca al coro, parlando di “scontro populista” mentre il centrodestra perde la calma nei suoi confronti. La sua proposta di dare potere e finanziamenti ai sindaci per la rigenerazione urbana suona quasi come un miraggio: nessun provvedimento parlamentare, ma lui spera ancora che l’esecutivo faccia qualcosa. Ma davvero crede che i soldi e il potere cambieranno le cose?


