L’Europa prova a scrollarsi di dosso il padrone tecnologico americano senza nemmeno provarci davvero

L’Europa prova a scrollarsi di dosso il padrone tecnologico americano senza nemmeno provarci davvero
Amazon, Google e Microsoft tengono in ostaggio l’Europa del cloud e della tecnologia: tra dipendenze e illusioni di sovranità

I leader dell’Unione Europea stanno lentamente aprendo gli occhi su una realtà imbarazzante: gran parte dell’infrastruttura critica europea, dal settore sanitario alla difesa, è saldamente nelle mani del settore privato statunitense. Non è certo una novità, direte, ma dopo l’era Donald Trump e i pessimi rapporti transatlantici, la preoccupazione è diventata quasi panico silenzioso. L’allarme? Che gli Stati Uniti possano esercitare pressioni indebite sulla privacy e sull’accesso ai dati, minando la tanto celebrata autonomia europea.

Oggi, nel mercato europeo del cloud computing, più di due terzi sono controllati da Amazon, Microsoft e Google. Nel frattempo, per quanto riguarda i sistemi operativi mobili, Google e Apple la fanno da padrone incontrastati. Il paradiso dell’intelligenza artificiale conversazionale, incarnato da ChatGPT di OpenAI, non è certo un prodotto europeo, e la maggior parte dei social network più utilizzati sul continente sono di marca made in USA. Insomma, un quadro di dipendenza tecnologica che somiglia molto a una nuova forma di colonizzazione digitale, trasformando un problema economico in un incubo geopolitico degno di film di spionaggio.

Non stupisce quindi che l’Europa si stia affannando a investire in tecnologie nazionali, sperando di non restare imbrigliata in un futuro di sudditanza digitale. La nuova commissaria europea per la tecnologia, Henna Virkkunen, ha preso il timone con la bandiera della “sovranità tecnologica”, puntando tutto su settori sensazionali come l’informatica quantistica, l’intelligenza artificiale e i semiconduttori. Peccato che la realtà racconti una storia ben diversa: tra le cinquantamila Big Tech globali, le europee si contano sulle dita di una mano, mentre le startup del continente arrancano sotto il peso di capitali carenti e normative più frammentate di uno specchio rotto.

Verso un Buy European Act che forse nessuno si merita

L’ex premier Mario Draghi non è nuovo a diagnosi indolori: secondo lui, il divario di produttività europeo rispetto agli USA nasce soprattutto dalla fragilità dell’UE nel settore delle tecnologie emergenti. Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative tipo “cloud sovrano” pensate per svecchiare il monopolio di Amazon e Google. La Commissione Europea, in un impeto di audacia, promette un lodevole nuovo regolamento per rafforzare l’infrastruttura cloud e l’intelligenza artificiale continentale. Si parla persino di introdurre clausole “Buy European” per favorire nelle gare d’appalto le aziende comunitarie, idea già accarezzata dal commissario Stéphane Séjourné e dal ministro francese Marc Ferracci. Roba da far tremare i polsi, se solo ci fossero abbastanza giocatori veri sul campo.

Intanto le Big Tech americane — da Microsoft a Google — non stanno certo a guardare e rilanciano con offerte di cloud sovrano che, puntano tutto, spacciano per alternative valide mentre, per l’Europa, non esistono molte armi con cui rispondere. Christian Klein, CEO di SAP, ha un’idea più concreta: l’autonomia tecnologica non si ottiene solo con server e infrastrutture, ma soprattutto con il capitale umano. Tradotto: “Ci mancano i talenti che sappiano davvero far fruttare l’intelligenza artificiale nel modo che serve per competere sul serio.” Un dettaglio sfuggito a molti, concentrati più su grandi parole che su investimenti pratici.

In conclusione: l’Europa si ritrova intrappolata in un cortocircuito di dipendenze e ambizioni. Vuole giocare a fare la superpotenza tech, ma per ora si ritrova ad inseguire startup americane con i sogni grandi, ma con portafogli e infrastrutture decisamente sotto tono. È un gioco di specchi in cui il futuro pare scritto da altri, lasciando ai nostri leader la faticosa, quasi comica, rincorsa della sovranità digitale.

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