L’esodo di agosto massacra 800mila bambini con il mal d’auto: il teatro dell’assurdo sulle strade italiane

L’esodo di agosto massacra 800mila bambini con il mal d’auto: il teatro dell’assurdo sulle strade italiane
Scatta l’esodo d’agosto, e come di consueto partono anche gli stati d’ansia e i capricci della stagione estiva. Con il pienone alle porte, anche questo primo fine settimana da bollino nero sulle strade italiane promette un mix esplosivo: traffico, sudore e soprattutto un esercito di bambini vittime del mal d’auto, pronti a trasformare il viaggio in un vero e proprio calvario per i genitori.

Si calcola che, tra i piccoli e i teenager in movimento in questo fine settimana, ben 800mila di loro staranno combattendo con nausea e vomito in auto, un numero paragonabile alla popolazione di una provincia lombarda come Varese. Proprio così: un’intera armata di giovani viaggiatori impossibilitati a godersi il panorama senza perdere l’equilibrio dello stomaco. Un dato niente affatto sorprendente se si considera che su 2,8 milioni di bambini e adolescenti in viaggio si stima che circa il 28,5% cada vittima del famoso mal d’auto, o “cinetosi” per chiamarlo col suo nome scientifico.

Il meccanismo è semplice, e inquietante nella sua perfezione biologica: il colpevole è il labirinto, quella minuscola struttura nell’orecchio che, integrando gli input visivi e gravitazionali, ci permette di capire dove siamo nello spazio. Ma in auto, dove il corpo resta immobile mentre il veicolo si muove, il labirinto letteralmente va in tilt. È come se ricevesse informazioni contraddittorie, scatenando una risposta emozionale da film dell’orrore: più secrezioni di liquidi gastrici, nausea, vomito e quel senso d’impotenza che rende ogni viaggio un incubo.

Cosa fare per evitare il disastro? Non serve reinventare la ruota: il primo consiglio, da tramandare come fosse un sacro mantra, è quello che tutti abbiamo sentito almeno una volta dai nostri genitori, con tono più o meno minaccioso, durante viaggi infiniti. “Guarda fuori dal finestrino.” Ebbene sì, fissare un punto fisso aiuta a non confondere troppo il labirinto e quindi attenuare il malessere. Una scienza che conferma un detto antico, che diventa verità universale: quando il corpo è a disagio, meglio guardare la strada, non lo schermo luminoso che già ha spopolato nei sedili posteriori.

Secondo suggerimento imprescindibile: vietatissimo lo smartphone durante il viaggio. Distrarre gli occhi e la mente con lo schermo, anziché sul mondo esterno che si muove, è la ricetta perfetta per agitare ulteriormente il labirinto. Quindi, se si vuole evitare di trasformarsi in un campo di battaglia ambulante, meglio optare per un’appassionata contemplazione del paesaggio o, se proprio si deve, qualche canzone da cantare a squarciagola (con moderazione).

Inoltre, la dieta da viaggio può fare miracoli: ridurre i liquidi prima e durante il percorso, preferendo invece cibi solidi e leggeri – possibilmente quelli più graditi ai piccoli compagni di avventura – può dimezzare il rischio di crisi di cinetosi. Un piccolo prezzo da pagare per provare a salvare qualche ora di serenità sulle strade affollate del mese più caotico dell’anno.

Insomma, mentre il traffico si intasa e le code si allungano all’infinito, i veri protagonisti indiscussi dell’esodo estivo sono quei poveri bambini e adolescenti in prima linea nella battaglia contro il mal d’auto. E tra consapevolezza scientifica e qualche trucco della nonna, quest’anno forse qualche viaggio riusciremo pure a superarlo con meno brividi e qualche smorfia in meno.

Ah, il mal d’auto, quel simpatico disturbo che trasforma il cervello in un vero e proprio labirinto indecifrabile, incapace di capire dove si trova e cosa dovrebbe fare. E chi è il colpevole? Ovviamente il nostro inseparabile amico, lo smartphone. Stare lontani da quello schermo magico, a quanto pare, riduce quasi miracolosamente il rischio di cinetosi, parole del dottor Farnetani. Ma – perché c’è sempre un ma – il mal d’auto non è certo una novità degli ultimi decenni. I bambini lo pativano anche prima che qualcuno pensasse di inventare il cellulare; quindi, anche senza telefono in mano, possono stare tranquilli: quel senso di nausea arriva comunque a fare visita.

Ecco allora la perla di saggezza numero tre: prima di partire e durante il viaggio, i bambini devono nutrirsi con cibi solidi. Non qualsiasi cosa, beninteso, ma prediligendo “pizze, sfogliatine, il classico pane e olio” o qualsiasi altra preferenza culinaria infantile. Il vero obiettivo qui è evitare di aggiungere liquidi ai “secrezioni anomale” dello stomaco, con l’eco elegantemente medico di “asciugare” il contenuto gastrico. Eh sì, meno acqua, meno problemi. Basterebbe questo per dimezzare i casi di mal d’auto nei bambini, promette orgoglioso lo specialista.

Ma non finisce qui: Farnetani non si accontenta e ci regala un’imperdibile lezione di guida virtuosa rivolta ai genitori. Il segreto sta nel mantenere una guida il più possibile uniforme, senza scatti improvvisi di velocità o curve assassine. Ah, e tenere l’abitacolo fresco, preferibilmente con aria condizionata. Che genio. Nel frattempo, intrattenere il bambino con discorsi su sport, sulle meraviglie del luogo di destinazione o giusto qualche divertente aneddoto. Infine, non dimenticate mai di fermarvi ogni due ore (per far riposare il labirinto, immagino) e ovviamente parcheggiare all’ombra, perché al sole si soffre.

Un viaggio su rotaie, in mare o aria? Meglio star certi…

Viaggiare in treno, secondo il nostro esperto, è una passeggiata rispetto all’auto. Movimenti più contenuti, possibilità di sgranchirsi le gambe, e soprattutto il bambino si distrae. Beh, grazie: camminare sarebbe un toccasana per il labirinto che, poverino, non ne può più. E in mare? I tempi delle navi traballanti sono finiti: crociere e traghetti moderni sono così stabili che il mal d’auto sembra solo un brutto ricordo.

Ma la palma del miglior mezzo di trasporto va decisamente all’aereo, che non solo riduce al minimo la durata del viaggio, ma è adatto a qualsiasi età, persino ai neonati. Del resto, si parla di una scelta così intelligente che negli ultimi due anni – ovviamente grazie all’iniziativa di Farnetani – molti genitori (soprattutto quelli che vengono da lontano) scelgono proprio l’aereo e le destinazioni marine più vicine agli aeroporti. Una trovata geniale, direi.

Anche se si viaggia su gomma, rotaie, nave o aereo, il consiglio universale rimane: attenzione alla dieta, poiché ridurre liquidi e preferire cibi secchi (sempre ovviamente amati dal piccolo viaggiatore) è basilare. Per i viaggi in auto o pullman, invece, lo smartphone è bandito. Danni collaterali dell’epoca digitale, direte voi? Niente affatto. In treno, aereo o nave invece… sì, potrete distrarre il bambino con lo schermo, purché con moderazione: massimo due ore al giorno, e soprattutto niente cellulari durante il decollo, l’atterraggio, le turbolenze o situazioni di mare mosso. Evidentemente, il disagio in certi momenti è cosa seria.

Ma il gran finale riserva una chicca: chi vola deve sorbirsi l’aria secca della cabina, che disidrata le mucose e potrebbe provocare qualche colpo di tosse. Quindi, caro viaggiatore in erba, non si scappa: bisogna bere, bere tanto, perché il corpo non riesce a reintegrare i liquidi dall’aria respirata. Un dettaglio da non sottovalutare, soprattutto se siete tra quelli che pensano che volare sia solo una questione di poltrone scomode e snack insipidi.

Siamo SEMPRE qui ad ascoltarvi.

Vuoi segnalarci qualcosa? CONTATTACI.

Aspettiamo i vostri commenti sul GRUPPO DI TELEGRAM!