Lavoro alle stelle a maggio: più occupati che mai dal 2004, ma chi ci crede ancora?

Lavoro alle stelle a maggio: più occupati che mai dal 2004, ma chi ci crede ancora?
AGI – A maggio il numero degli occupati in Italia si attesta a ben 24,3 milioni, raggiungendo il massimo storico dal 2004, con un incremento sorprendente di quasi 1,3 milioni rispetto a gennaio 2020, ovvero prima che la pandemia sconvolgesse il mondo del lavoro. I dati diffusi dall’Istat mostrano un aumento netto sia dei dipendenti a tempo indeterminato, che superano i 16 milioni e 420mila, sia degli autonomi, che si attestano a 5 milioni e 223mila. Stranamente, però, i lavoratori a termine hanno deciso di farsi da parte, scendendo a 2 milioni e 659mila. Chi lo avrebbe mai detto?

Se confrontiamo con maggio 2024, il numero degli occupati cresce dell’1,7%, pari a +408mila unità. Il miracolo del lavoro coinvolge un po’ tutti: uomini, donne, giovani tra i 25 e i 34 anni e over 50 vedono un netto miglioramento, mentre gli under 25 e la fascia 35-49 anni, invece, si rimpiccioliscono un po’. Il tasso di occupazione fa un passo avanti di 0,8 punti percentuali, come se niente fosse.

Non contenti, guardiamo la finestra delle persone in cerca di lavoro: aumentano del 0,9% (+15mila unità) rispetto allo scorso anno, mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni — quelli che fanno finta di non cercare — diminuiscono del 2,6% (-320mila). Insomma, più gente si lancia disperatamente nella ricerca e meno si nasconde dietro a un dito.

La crisi dell’impiego? No, solo un’inconsistenza statistica: la crescita del numero di disoccupati (+7,1%, pari a +113mila unità) riguarda tutti, di ogni sesso e fascia d’età. Questo si riflette anche sull’aumento del tasso di disoccupazione, salito al 6,5% (+0,4 punti), mentre quello giovanile si impenna, raggiungendo il 21,6% (+1,7 punti), confermando che solo i più giovani possono davvero godersi il privilegio di restare a casa.

Spostandoci su base mensile, a maggio si registra un aumento simultaneo di occupati e disoccupati, mentre gli inattivi si riducono. I dipendenti permanenti, gli autonomi e gli over 50 festeggiano un aumento (+0,3%, pari a +80mila unità), mentre i lavoratori a termine e varie fasce d’età sembrano perdere terreno. Il tasso di occupazione sale così al 62,9% (+0,2 punti), che non è certo poco.

Sul fronte dei disoccupati, l’incremento di 113mila unità è un fenomeno universalmente condiviso tra generi e età. Nel contempo, gli inattivi tra i 15 e i 64 anni calano dell’1,4% (-172mila unità), facendo scendere il tasso di inattività al 32,6% (-0,5 punti). In pratica, più gente si mette in gioco sul mercato, anche se spesso senza recuperare un lavoro vero e proprio. Ma ehi, numeri in equilibrio, no?

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