L’alta velocità si ferma per un’ora: l’arte tutta italiana di bloccare il Paese

L’alta velocità si ferma per un’ora: l’arte tutta italiana di bloccare il Paese

Treni fermi, passeggeri intrappolati, ritardi a raffica e un sistema ferroviario che si scioglie come neve al sole al primo imprevisto. Questa volta il colpevole non è un guasto o un errore di gestione (quelli arrivano dopo), ma le solite “persone non autorizzate” sui binari. Tradotto: qualcuno ha deciso di passeggiare sulle linee dell’Alta velocità Roma-Firenze, e il traffico ferroviario è andato in tilt per quasi due ore.

E così, 41 treni bloccati, ritardi fino a 60 minuti e migliaia di passeggeri lasciati in balia di annunci confusi e alternative ridicole. Il tutto mentre le Ferrovie dello Stato fanno la faccia stupita, come se fosse la prima volta che succede.

Il Paese che si ferma per un capriccio

Ormai basta un nonnulla per trasformare la rete ferroviaria italiana in un incubo. Un tempo erano i guasti inspiegabili, poi gli scioperi a sorpresa, oggi sono i sabotaggi o le persone a zonzo sui binari. E ogni volta la reazione è la stessa: paralisi totale.

Dalle 10:55 alle 12:30, chiunque avesse un impegno ha dovuto rassegnarsi all’attesa. E poco importa se si trattava di lavoratori, turisti o pendolari con una tabella di marcia serrata: in Italia viaggiare in treno è una roulette russa.

Soluzioni? Sempre le stesse (cioè nessuna)

Il copione è noto: dopo il disastro arrivano le dichiarazioni rassicuranti. “La circolazione è in ripresa”, dicono da RFI, come se i disagi accumulati magicamente svanissero. Intanto i treni vengono dirottati sulla linea lenta, perché ovviamente non esiste un piano B che permetta di garantire il servizio senza ritardi.

E la sicurezza? Quanti controlli servono per evitare che chiunque possa accedere ai binari e bloccare l’intero sistema? Domande che non avranno mai una risposta, perché tanto il problema si ripresenterà, sotto una nuova veste ma con le stesse conseguenze.

Sabotaggi o incompetenza?

Le Ferrovie hanno persino sporto denuncia parlando di casi sospetti. Ma la verità è che se un’intera linea dell’Alta velocità può essere paralizzata così facilmente, allora il vero problema è la fragilità del sistema. Altrove si investe in tecnologia e prevenzione, qui si collezionano ritardi e scuse patetiche.

E intanto i passeggeri pagano il prezzo più alto: biglietti salati per un servizio che, alla prima difficoltà, si sfalda senza appello.

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