Laboratori di punta per la sostenibilità e l’innovazione: il futuro che ci raccontano è davvero così green?

Laboratori di punta per la sostenibilità e l’innovazione: il futuro che ci raccontano è davvero così green?
Milano, al posto dell’antica centrale ad idrogeno di via Boschi di Stefano, sorge ora il fiammante edificio Ergon-U19, il tempio della sostenibilità e dell’innovazione che promette di rivoluzionare il concetto di ricerca universitaria. Un vero gioiello moderno per i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, equipaggiato con laboratori all’avanguardia per studiare energia rinnovabile, materiali così “verdi” che quasi si sente l’odore delle foreste e persino applicazioni futuristiche della fisica, il tutto con la scusa nobile di incentivare la “ricerca libera e condivisa” e facilitare un transfert tecnologico che, si spera, non si fermi solo al nome.

Alla cerimonia dell’inaugurazione non sono mancati i protagonisti di questa moderna epopea scientifica: la rettrice Giovanna Iannantuoni, il rettore eletto Marco Orlandi, l’assessore comunale all’Ambiente e al Verde Elena Grandi, insieme a una nutrita schiera di professori dei vari dipartimenti coinvolti, pronti a posare per la foto di rito e a riempirsi di virtuosismi accademici.

Insomma, il solito spettacolo istituzionale che applica puntualità e innovazione all’arte di inaugurare edifici con nomi roboanti, nel tentativo di dimostrare che, malgrado le sfide climatiche e il cambiamento tecnologico, tutto è sotto controllo e la ricerca italiana avanza a passi da gigante – o almeno ci piace pensarla così.

E chissà, forse tra le nuove pareti di questo palazzo eterno, i cervelli saranno finalmente liberi di sognare soluzioni dirompenti, o almeno di firmare qualche progetto ben finanziato che faccia ringraziare la politica e gli sponsor. Intanto, Milano continua a cambiare volto, da ex zona industriale a laboratorio green di lusso per cervelli più o meno illuminati.

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