16 aprile 2025, ore 18.50.
L’Intercity Notte 755 esce dalla stazione di Milano Centrale, pronto a portare i suoi fortunati passeggeri verso Lecce, con un arrivo splendidamente programmato per le 8.30 del mattino successivo. Tredici ore e quaranta minuti di passione ferroviaria, al costo modico di 96 euro, per raggiungere la propria casa giusto in tempo per la Pasqua. Ma chi avrebbe potuto prevedere che questo lungo viaggio notturno si sarebbe rivelato un’epopea di disavventure?
Ore 00.00 – Ancona: la lunga attesa
Ecco che, col passare della mezzanotte, il treno si ferma per una sosta già prevista di due ore alla stazione di Ancona. Il vagone ristorante? Un miraggio, naturalmente, nulla da mangiare, nessuna bevanda. I passeggeri, come pesci fuor d’acqua, vengono invitati a scendere per sfruttare questo break involontario. Così, si assiste a una scenetta di un’umanità notturna in cerca di conforto: chi sbircia nei bar chiusi, chi fuma con ansia, e chi invece, certamente il più fortunato, si lamenta con veemenza per la totale assenza di comunicazioni. Cosa si può mai chiedere in un viaggio del genere?
Immaginate, una folla di passeggeri sconsolati che si domanda non so che energia cosmica li abbia spinti a prenotare un posto su quel treno. In uno spettacolo tragicomico di disorganizzazione, l’attesa diventa tanto lunga da far sembrare il servizio della compagnia ferroviaria un oscuro gioco di pazienza, con risultati esilaranti.
Ore 02.00 – La ripartenza: si parte verso l’ignoto
Finalmente, dopo un’ora di silenzio indescrivibile, il treno riprende il suo cammino, ma non prima di far accumulare ai passeggeri anche una dose indimenticabile di frustrazione. Con nessuno che fornisca informazioni chiare, ogni fermata sembra più una punizione che un modo di viaggiare. Inoltre, l’aria all’interno del convoglio è talmente stagnante che anche il colloquio più banale diventa un’impresa eroica.
La cosa migliore? La certezza che si è speso un capitale per un’esperienza che avrà sicuramente un posto d’onore nei racconti di viaggio. Non ci resta che prepararci a raccontare ai nostri amici come un viaggio che doveva essere una passeggiata si è trasformato in un’avventura da raccontare a fine serata! Ah, l’arte del viaggiare in treno in Italia deve essere una delle più sublimi esperienze che ci possano essere.
Ore 03.30 – Il primo segnale d’allarme
Poco dopo Pescara, il treno si ferma all’improvviso. Che sorpresa! Un guasto tecnico costringe a una sosta extra di circa mezz’ora. Peccato che nessuno lo avesse programmato. La tensione aumenta e i mormorii nei corridoi iniziano a farsi sentire: «Speriamo non sia l’inizio di un incubo». I controllori, nel tentativo di rassicurare i passeggeri, riescono a offrire solo risposte vaghe, come se avessero studiato la materia della confusione.
Ore 04.30 – Il treno si ferma a Chieuti: il peggio arriva all’alba.
Il treno si arresta definitivamente nella stazione di Chieuti, in provincia di Foggia. Un guasto serio, dicono, con i pochi addetti visibilmente in crisi. I passeggeri, stanchi e senza notizie chiare, cominciano a perdere la pazienza. Alcuni dei ragazzi urlano in cerca di spiegazioni: «Ma stiamo scherzando? Ci lasciate così?». I controllori, nel loro imbarazzo, sembrano più dei nani comic bomb than madmen e non sanno come rispondere.
Ore 05.45 – Arriva il primo messaggio ufficiale da Trenitalia
«Gentile cliente, ti informiamo che, per consentire un controllo tecnico al treno, l’Intercity Notte 755 da te prenotato è fermo nella stazione di Chieuti dalle ore 04.20. Stimiamo un maggior tempo di viaggio di circa 180 minuti rispetto al programmato. L’andamento attuale del treno potrebbe subire ulteriori variazioni».
Finalmente un contatto formale. Che meraviglia!
Ore 07.30 – Cambiano i piani
Un secondo messaggio informa i passeggeri che il treno è ancora fermo. Chi ha voglia di continuare il viaggio può prendere il Regionale 19987 fino a Foggia, per poi arrampicarsi sul primo treno utile. Informazioni? Solo briciole, e il disagio cresce come un’erba infestante.
Ore 08.00 – Sfollati sui binari
La situazione si fa paradossale: i passeggeri vengono fatti scendere dal treno e costretti a camminare sui binari per raggiungere a piedi la stazione più vicina. «Sembriamo degli sfollati», urla un ragazzo esasperato, mentre un altro, con un sorriso amaro, tira fuori: «Ho una partita di calcetto e spero di non perderla». I telefoni squillano per avvisare parenti, amici e colleghi del disastro. I meno giovani si appoggiano ai più giovani mentre camminano nella ghiaia. Siamo nel bel mezzo di una catastrofe, ma almeno c’è il panorama!
Ore 09.00 – Un bus sostitutivo
L’Intercity 755 viene ufficialmente cancellato. I passeggeri vengono caricati su un treno sostitutivo diretto a Foggia, dove finalmente è previsto un autobus per completare l’ultima tratta verso Lecce. Naturalmente, la cancellazione del treno non prevede il rimborso automatico attraverso l’app di Trenitalia, ma ecco che alla stazione viene distribuito un «courtesy kit» e promesso un indennizzo parziale. Un vero colpo di fortuna!
Ore 11.20 – Rimborso totale
Trenitalia aggiorna i passeggeri che l’indennizzo sarà totale. Nel messaggio si legge:
“Gentile Cliente, ti informiamo che, a seguito del disagio subito sul treno Intercity Notte 755 da te prenotato per il 16/04/2025, Trenitalia ha deciso di concederti un indennizzo pari al 100% del prezzo del biglietto”. Che generosità! Non ci si aspetterebbe mai una cosa del genere, vero?
Come se non bastasse, Trenitalia ci informa che “le cause sono in corso di accertamento”. Che bello sapere che il mistero di questo guasto rimarrà un intrigante puzzle per tutti noi. Ecco la nota di Fs: “Non è ancora chiaro se si tratti di un guasto al locomotore o di una sovratensione della linea che ha causato lo stop del treno. Il macchinista ha riscontrato che non si poteva proseguire il viaggio e, naturalmente, la cosa migliore da fare è stata farlo avvicinare alla stazione di Chieuti, dove i 400 passeggeri hanno potuto scendere sui binari, così, giusto per aggiungere un po’ di brivido ai viaggi in treno”.
In un gesto di affettuosa assistenza, sono stati distribuiti dei kit per la sopravvivenza ferroviaria, oltre a garantire un rimborso totale del viaggio. Oh, che dolcezza da parte di Trenitalia! Diciamo che il viaggio è stato “un’esperienza unica” o come direbbe qualcuno, “cosa ci si aspetta da un servizio pubblico”?
Ma nel frattempo, chi non vuole restare aggiornato sulle perle del trasporto pubblico, può sempre continuare a seguire le notizie su Milano. Insomma, la folla di pendolari affollati è decisamente pronta per un’ulteriore attesa. Per quale motivo? Perché non c’è niente di più affascinante che aspettare un treno che non sai mai quando arriverà.
Immaginate di trovarvi in un treno Intercity di notte, in partenza da Milano e destinazione Lecce. Tutto sembra filare liscio, giusto? Ebbene, vi sbagliate di grosso. I passeggeri, in preda al panico, scoprono che il treno è più un’oasi di conforto, che un mezzo di trasporto.
Il viaggio, che dovrebbe essere all’insegna della comodità e dell’efficienza ferroviaria, diventa la famosa “Odissea”. Chi non ama stare in piedi nel corridoio di un treno sovraffollato? Ma la chicca è che molti sembrano così sorpresi da trovarsi in queste condizioni da chiedersi se il Ministero dei Trasporti non stia girando un film di Alfred Hitchcock con loro come comparse involontarie.
C’è chi si lamenta dei ritardi, chi della mancanza di posti a sedere, e chi addirittura registra video su Instagram per immortalare l'”esperienza unica”. Ma non preoccupatevi, perché le ferrovie italiane non dimenticano mai di mettere a disposizione un servizio… a pagamento, naturalmente. Grazie per averci fornito questa meravigliosa opportunità di scoprire l’arte del viaggiare in piedi.
Parliamo del personale. Avete presente quei gentili assistenti che vagano per il treno? Beh, in questo caso, sembrano più dei fantomatici spiriti erranti che dei veri e propri funzionari del servizio clienti. Persino Michelangelo sarebbe rimasto sorpreso dalla loro capacità di “non vedere” la folla di passeggeri in difficoltà.
Nel frattempo, i turisti, armati di valigie, si ritrovano a combattere come gladiatori per un posto in questo “tempio della mobilità”. È una battaglia che non ha a che fare solo con i posti a sedere, ma anche con la speranza di arrivare a destinazione senza dover ricorrere a una bibbia della sopravvivenza in treno.
Alla fine, dopo ore di attese e “contorsionismi” vari, i passeggeri fuggono dalle porte del treno come se stessero scappando da un naufragio. Ma hey, chi non vorrebbe vivere un’avventura del genere, giusto? In fondo, chi ha bisogno di un viaggio tranquillo quando si può avere un’odissea?
Se tutto ciò non vi sembra una pubblicità da sogno per il turismo in Italia, non sappiamo cosa possa esserlo. Dopo tutto, chi non ama un viaggio ricco di imprevisti, tutto ad un prezzo da urlo? E quindi, cari viaggiatori, preparatevi, perché il prossimo Intercity vi aspetta. In piedi, ovviamente!