La riforma Salvini è un boomerang: quanto ci costeranno i ricorsi?

La riforma Salvini è un boomerang: quanto ci costeranno i ricorsi?

L’Italia ha perfezionato un’arte che nessuno ci invidia: trasformare una presunta riforma in un disastro annunciato. La nuova norma sul Codice della Strada, voluta dalla mente geniale di Salvini, ha aperto le porte a una pioggia di opposizioni e a una spirale di sprechi che pagheremo tutti noi. Come? Con i tribunali paralizzati, le risorse pubbliche divorate e un sistema che sembra progettato apposta per fallire.

Perché tutto questo è un colossale errore?

La riforma prevede che un semplice test antidroga positivo basti per incriminare un automobilista, senza neppure dimostrare che fosse realmente incapace di guidare. Hai preso un farmaco giorni prima? Hai mangiato un seme di papavero? Non importa. Il test dice “positivo”, e tu sei colpevole. Una logica che ignora la scienza, il buon senso e soprattutto la realtà.

La Corte di Cassazione, però, non ci sta e ha già bocciato questo approccio. Ha stabilito che per dimostrare un’effettiva alterazione delle capacità psicofisiche, serve un esame più affidabile, come quello del sangue, e una valutazione complessiva del comportamento del conducente. Peccato che questa chiarezza arrivi quando il danno è ormai fatto: migliaia di cittadini ingiustamente accusati si riverseranno nei tribunali, e il sistema collasserà sotto il peso delle cause.

Opposizioni e costi: un conto salatissimo

Ogni opposizione ha un prezzo, e lo paghiamo noi. Avvocati, periti e burocrati si fionderanno su questa manna legale, mentre le aule dei tribunali si riempiranno di casi che si potevano evitare. Secondo alcune stime, le spese legali per affrontare questi ricorsi raggiungeranno cifre spaventose: milioni di euro che verranno sottratti a investimenti utili, come l’educazione stradale o i controlli seri.

E le vittime? Cittadini che dovranno pagare avvocati per dimostrare di non essere colpevoli, solo perché un test poco affidabile ha deciso di rovinargli la vita. Una macchina infernale che trasforma le vittime in colpevoli e premia la mediocrità delle istituzioni.

Un sistema che avvantaggia solo chi lo ha progettato

Gli unici vincitori di questo disastro sono le associazioni legali e gli esperti che fattureranno fior di parcelle per difendere cittadini ingiustamente accusati. Gli sconfitti, invece, siamo tutti noi: contribuenti che vedranno il denaro pubblico bruciato in procedure inutili e automobilisti intrappolati in un sistema che sembra una trappola kafkiana.

E non dimentichiamo le forze dell’ordine, costrette a perdere tempo in controlli che generano solo falsi positivi e contenziosi, invece di concentrarsi su veri comportamenti pericolosi.

Possibili soluzioni? Solo se nevica in agosto

La soluzione è ovvia, almeno sulla carta:

  • Introdurre test più affidabili, come l’esame del sangue.
  • Basare i controlli su una valutazione complessiva dello stato psicofisico del conducente.
  • Fermare la spirale dei falsi positivi, che alimenta solo un circo giudiziario.

Ma perché adottare misure intelligenti quando possiamo continuare a sprecare soldi e tempo? Questo è il vero spirito della riforma: dare un colpo di teatro che sembri “risolutivo”, ignorando le conseguenze devastanti.

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