La Provincia decide di “investire” 354 milioni in oltre cento opere pubbliche: i nuovi fondamenti del territorio o solo l’ennesima foglia di fico?

La Provincia decide di “investire” 354 milioni in oltre cento opere pubbliche: i nuovi fondamenti del territorio o solo l’ennesima foglia di fico?

Presentare un programma triennale con tanto di chiacchiericcio istituzionale è l’arte sublime del nostro amato assessore Christian Bianchi, che ha deciso di abbellire le nostre vite con una lista di benevolenze che include convitti, distretti sanitari e, perché no, un pizzico di opere pubbliche che ci faranno sentire tutti molto più realizzati. Che ci crediate o no, tra le meraviglie ci sono ben 112 opere, sapientemente suddivise in categorie che vanno dalle scuole ai rifugi, per non parlare delle opere militari e delle strutture amministrative. Ma chi non ama una buona e sana spesa di oltre 354 milioni di euro?

Quando Bianchi parla di mantenere “al centro” i pilastri del territorio come sanità, scuola, cultura e ambiente, è difficile non sentirsi inondati da un’ondata di entusiasmo. Si potrebbe persino pensare che con tutti questi cantieri aperti, il nostro prossimo triennio sarà un festival di costruzioni. Certamente, è una bella linea guida “per i cantieri già avviati” e per quelli “pronti a partire”. Ma chi ha bisogno di dettagli quando abbiamo il grande sogno di un futuro splendente, giusto?

Ma non possiamo dimenticare il nostro illustre presidente della Provincia autonoma, Arno Kompatscher, che ci spiega con grande fervore che quest’anno si deve “spingere sull’acceleratore” perché, sorpresa sorpresa, il nostro territorio è ancora considerato una delle “Power Regions” europee. Certo, investire è fondamentale, ma immaginate le risorse che potrebbero affluire, quasi come se la Provincia avesse trovato una lampada magica! Aspettiamo con ansia l’integrazione dei fondi, forse proprio mentre siamo in spiaggia a luglio, a sognare di vedere i bandi di gara nasceranno come funghi.

Passando alla programmazione dei cantieri, questi ultimi sono stati suddivisi in cinque categorie, quasi a voler fare della burocrazia un’arte. Le opere già in corso di costruzione saranno completate in questo triennio e ce ne saranno di nuove in arrivo entro il 2027. Per non parlare dei progetti che saranno pubblicati nel 2025 – un’attesa che probabilmente renderà la popolazione ancora più ansiosa del solito. E naturalmente, i concorsi di progettazione e gli studi di fattibilità si sommeranno a questo delizioso cocktail di promesse e chiacchiere.

“Gli ambiti sui quali abbiamo posto maggiori attenzioni” continua Bianchi con il suo tono di grande soddisfazione, “sono stati l’edilizia sociale e sanitaria, gli istituti d’istruzione e gli edifici culturali”. Mi chiedo solo come facciano a dedicarsi così tanto a tutte queste aree senza farsi travolgere dalla grandiosità dei propri piani. Forse, tra un meeting e l’altro, si ritagliano del tempo per riflettere su quanto sia facile promettere e quanto ci voglia per realizzare realmente ciò che è stato detto. Ma d’altronde, chi ci si può aspettare di più da una “Power Region”?

Oh, guardate un po’! A Bolzano e provincia stanno per arrivare una serie di progetti che promettono di migliorare la vita dei cittadini. Chissà!, magari diventeremo tutti così felici che cominceremo a voltare le spalle ai nostri problemi quotidiani. Sarà un vero e proprio paradiso, non credete?

Ma lasciatemi fare un breve elenco delle «opere più importanti», come le chiamano con un sorriso di soddisfazione. Tra queste, ovviamente, brilla il completamento del convitto per studenti e del Centro Formazione San Maurizio. Wow, non è certo come se avessimo già una miriade di strutture educative brillanti, eh?

E non dimentichiamo la nuova sede del distretto sanitario Laives-Bronzolo-Vadena, che di certo non potrà mai competere con l’incredibile esperienza di una visita nel glorioso pronto soccorso. E abbiamo anche il Centro Formazione Marconi a Merano, che promette di trasformare i futuri geni in qualcosa di utile. Dobbiamo solo sperare che ci sia la connessione Wi-Fi, altrimenti chi saprà mai cosa farne.

Ma la vera chicca sono le caserme, vero? La Caserma Cantore di San Candido e la Caserma Lugramani di Brunico stanno venendo riconvertite con una meravigliosa permuta degli edifici militari. Di sicuro una mossa brillante per non sentire il peso dell’edilizia pubblica inutilizzata. “Compensazione” è una parola magica, non credete?

Ah, e come se non bastasse, ci sono ben 31 opere in arrivo, di cui la maggior parte nel settore scolastico e culturale. Ma chi ha bisogno di opere d’arte quando possono semplicemente ristrutturare l’Istituto provinciale di Assistenza all’Infanzia Ipai a Bolzano? Certo, perché ciò che serve ai bambini sono edifici ristrutturati, non un reale supporto psicologico o educativo.

Ma non preoccupatevi troppo! In aggiunta, ci sarà anche il Centro bibliotecario per la Tutela delle minoranze e l’Autonomia, che farà sicuramente dormire sonni tranquilli a tutti. E chi non vorrebbe un liceo scientifico Torricelli ampliato? Immagino le generazioni future siano entusiaste di mettersi sotto pressione per raggiungere traguardi sempre più alti!

Resistete, perché ci aspetta anche la ristrutturazione del Conservatorio musicale Monteverdi – perché chi non ama l’idea di suonare stonatamente nel bel mezzo di un moderno edificio? E infine, ci sarà la sede della facoltà di Medicina al centro formazione San Maurizio, dove il sogno di diventare dottori potrà finalmente realizzarsi… a patto di non perderti tra i corridoi.

Il vero colpo di genio, tuttavia, è la musealizzazione della Villa Romana a San Paolo di Appiano. Perché, ovviamente, tutti noi vogliamo vedere come vivevano gli antichi romani mentre ignoriamo i problemi moderni. E non possiamo dimenticare il Centro per le cure palliative per i bambini a Tesimo, che è di per sé un’opera di grande senso e urgenza… anche se sembra un po’ un colpo pubblicitario.

Ma queste sono solo alcune delle “fantastiche” opere che ci arricchiranno nei prossimi anni. Non ci resta che sperare che tutto ciò non si risolva in una serie di belle parole, perché chi non vorrebbe vivere in una provincia altoatesina super-efficiente?

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