La ministra Roccella e le sue sorprendenti idee sulle tutele maschili in transizione

La ministra Roccella e le sue sorprendenti idee sulle tutele maschili in transizione

Eugenia Roccella, ministra della Famiglia, Pari Opportunità e Natalità, ha avuto il coraggio di commentare una sentenza della Corte Suprema britannica con toni da guerriera della giustizia. E indovinate un po’? È riuscita a rielaborare la questione trans in una lotta per la difesa delle donne. È quasi fantastico come riesca a trasformare la scienza in opinioni personali.

Ma perché questa “giustizia” è così importante? Secondo Roccella, è un atto di eroismo verso la lotta secolare delle donne. Le stesse donne che hanno sudato sette camicie per conquistare la libertà e ora, sorpresa delle sorprese, sono messe da parte da uomini che, con la semplice dichiarazione “mi sento donna”, occupano gli spazi femminili. Davvero, un riconoscimento meraviglioso per il lavoro di chi ha faticato per anni!

Ah, il patriarcato! Parole alate che zincano come l’acqua di rose, non trovate? La ministra parla di una nuova forma di oppressione, facile come bere un bicchier d’acqua! “Marginalità, subalternità”, e via dicendo, tutte belle parole per descrivere ciò che molte donne si sono trovate a dover affrontare nella realtà. E ora ci si presenta l’opportunità di soffermarsi su come “uomini” armati di un’idea di identità possano entrare nei bagni delle donne e gareggiare con loro. Dobbiamo proprio farci delle domande serie!

Eppure, il discorso rischia di complicarsi ulteriormente quando entrano in scena uomini che hanno effettuato la transizione completa e, a loro modo, vivono la propria femminilità. Ma, ovviamente, per Roccella, “non cambia nulla”. È un’affermazione di una certezza che farebbe invidia anche alla scienza. I cromosomi, si sa, sono lì per restare, come una lente d’ingrandimento sui dubbi di qualsiasi procedimento medico. Prendete pure ormoni o fate interventi chirurgici, ma ricordate: “Ogni tua cellula è già segnata”. Ecco, ci piace, una sorta di sigillo indistruttibile!

Ah, e come si sentiranno le migliaia di donne del Regno Unito che hanno fatto la transizione? È come chiedersi se un pesce si preoccupi di come nuotare: “Si sentiranno donne, non è questo il problema”, afferma Roccella, che poi pone la domanda cruciale, la vera chicca del discorso: “Perché non si parla degli uomini?” Tutto è ridotto a una polemica sul termine “donna”, ed è proprio qui che ci si trova a ridere amaramente. Ci si potrebbe anche chiedere: e degli uomini che si ritraggono dal dibattito, dove sono? Ah, sono ancora lì, ancorati ai loro privilegi!

Non si può più nemmeno pronunciare la parola “donna”. Ora si deve dire: “persona con le mestruazioni”. O, sorprendentemente, “persona con il front hole”. Ma che fortuna! Nessuno ha mai sentito la necessità di trovare un eufemismo per “uomo”. Ma andiamo avanti.

Ma cosa si può dire di più? “Questa sentenza ha preservato una serie di spazi unicamente femminili.” Già, perché ne abbiamo assolutamente bisogno. È evidente che nessuna donna che ha intrapreso una transizione o ha fatto il semplice self-id desidererebbe entrare nei bagni maschili, nelle carceri per uomini, o competere negli sport maschili. Naturalmente, da quella parte nessuno vuole farsi vedere!

E tornando a parlare delle donne trans, la questione è: si sentiranno ora prive di protezioni? “Nessuno vuole privare le persone trans delle loro tutele, ma bisogna riconoscere che ognuno ha le proprie specifiche tutele.” Oh, certo, perché evidentemente tutto è così semplice e lineare.

Cosa intende esattamente? Le donne che hanno fatto la transizione desiderano le garanzie riservate alle donne. “Sono persone che hanno compiuto la transizione e meritano di avere le tutele di chi ha fatto quel percorso, non delle donne con un corpo sessuato.” Interessante, davvero interessante!

In Italia, potrebbe mai verifica una situazione simile a quella della sentenza britannica? Un’iniziativa governativa? “Finora non abbiamo visto l’esagerazione del regno britannico, almeno non ancora.” Grazie per la rassicurazione, ci sentiamo tutti molto più al sicuro ora.

Esiste un movimento delle donne che si autodefiniscono transfemministe… “Sarebbe fondamentale avere un dibattito con loro: un vero dibattito, senza pregiudizi, tra le femministe della differenza e le femministe intersezionali.” Ma chi non ama una bella discussione piena di contraddizioni e fraintendimenti? Che spettacolo!

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