La lotta al crimine ambientale? I deputati europei si mettono a indagare sul miracolo sloveno tra burocrazia e fumo negli occhi

La lotta al crimine ambientale? I deputati europei si mettono a indagare sul miracolo sloveno tra burocrazia e fumo negli occhi
Slovenia per tre giorni, con l’intento di studiare come questo piccolo paese sia riuscito a farsi largo nella lotta ai delitti ambientali. Perché, ovviamente, non c’è niente di più divertente che studiare chi è riuscito a ridurre il numero di rifiuti abbandonati illegalmente e ad evitare che materiali riciclabili finiscano in discarica. Infatti, la Slovenia è una specie di esempio raro nel contesto europeo, con un calo drastico di questo problema negli ultimi anni.

I nostri stakanovisti del Parlamento Europeo useranno questi tre giorni per incontrare rappresentanti del Ministero della Giustizia, del Ministero dell’Ambiente, Clima ed Energia e autorità locali varie, per sbirciare – ops, scusate – per capire come stanno gestendo la trasposizione e l’attuazione della direttiva UE sui delitti ambientali. Naturalmente, non basta parlare: il viaggio prevede anche una visita al Centro Regionale per la Gestione dei Rifiuti di Ljubljana (RCERO), dove potranno “ammirare” i processi virtuosi in atto. L’esperienza prosegue con una discussione sul progetto locale NoviKrog, un brillante esempio di appalti pubblici circolari, insieme ai rappresentanti del comune di Novo Mesto. Infine, il gran finale: un faccia a faccia con le organizzazioni della società civile che dicono di battersi per una gestione rifiuti più sostenibile.

Ilhan Kyuchyuk, il boss della Commissione Affari Legali, ha dichiarato in vista della missione:

“I crimini legati ai rifiuti sono tra i più remunerativi delitti ambientali. Data la posizione geografica di Slovenia, il paese ha affrontato molti casi di spedizione illegale di rifiuti. Vogliamo confrontarci con governo e società civile su come stanno affrontando la questione, ma soprattutto dare un’occhiata alle iniziative regionali e locali per la prevenzione dei rifiuti. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, Slovenia è uno dei paesi UE più efficaci in questo campo negli ultimi anni.”

Il presidente Kyuchyuk sarà accompagnato in questa avventura da due valorosi europarlamentari:

Adrián Vázquez Lázara (PPE, Spagna)
Tobiasz Bocheński (ECR, Polonia).

Il contesto e la faccenda giudiziaria

La Commissione Affari Legali si è assicurata un posto in prima fila all’adozione della direttiva europea sui crimini ambientali. Una direttiva, per essere precisi, che impone regole minime agli Stati membri dell’UE per definire cosa sia un reato ambientale e per stabilire le relative punizioni, comprese le pene detentive. Insomma, noi innalziamo la posta in gioco perché – poveracci – qualcuno deve pur prendersi la briga di farsi quattro mesi – o chissà, anche anni – di galera per aver trasformato la natura in una pattumiera. E mentre la politica europea si dà da fare per far passare le leggi, i Paesi UE hanno tempo fino a maggio 2026 per tradurle in leggi nazionali.

Se pensavate che il crimine legato all’ambiente fosse roba da pensionati un po’ svitati, vi sbagliate di grosso. Illeciti contro la natura sono il quarto business criminale più redditizio al mondo, subito dopo droga, armi e traffico di esseri umani, quest’ultima una passione quanto mai.. civilizzata.

Quindi, eccoci qua: una piccola nazione incredibilmente virtuosa, un gruppo di eurodeputati armati di buon senso (e di qualche biglietto aereo), e un mondo che continua a girare intorno a interessi tanto leciti quanto… ambientalmente poco raccomandabili.

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