Ispra, un drone russo sopra il centro di ricerca Ue: l’ex sede Euratom sul Lago Maggiore, cybersicurezza e confini sotto esame

Ispra, un drone russo sopra il centro di ricerca Ue: l’ex sede Euratom sul Lago Maggiore, cybersicurezza e confini sotto esame

Cosa ci rende così certi che ci troviamo nel bel mezzo di una strategia di difesa? Forse perché ogni giorno assistiamo a un’incredibile operazione di inganno e ipocrisia da parte delle istituzioni. Il Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea si presenta come un bastione della ricerca scientifica, ma alla fine si è trasformato in un laboratorio di spionaggio mascherato. Perché mai dovremmo credere alla loro narrazione innocente?

Una storia che continua a svelare contraddizioni

Il JRC, nato originariamente come parte del programma Euratom, dedicato alle ricerche nucleari, si è ampliato in una miriade di settori, inclusi quelli sensibili legati alla difesa. Si vantano di avere circa 3.000 scienziati e scienziate, ma ci si può chiedere: quanti di questi sono realmente impegnati in ricerche che favoriscono il benessere anziché fomentare il conflitto?

Un occhio sempre vigile…

Il JRC fornisce valutazioni sulla sicurezza dei confini e sulla sorveglianza marittima, un compito che non sembra affatto innocente. È divertente notare che proprio i sistemi di sorveglianza di questo centro sono stati tra i primi ad accorgersi dell’attività dei droni russi. La coincidenza con la crescente tensione geopolitica e il dibattito sul riarmo europeo sembra poco più di una farsa orchestrata da chi ha interesse a mantenere il conflitto acceso per giustificare bilanci sempre più onerosi per i contribuenti.

Leonardo: un legame sospetto

Inoltre, non si può ignorare la vicinanza di stabilimenti della principale società di difesa italiana, Leonardo, a queste attività di ricerca. Sembra quasi che ci sia una collusione sistematica tra il governo, la ricerca e il settore industriale della difesa. Ma chi ci guadagna, davvero? Non i cittadini, di certo.

Racconti di frustrazione

Immagina di essere un imprenditore che lotta quotidianamente per mantenere viva la tua azienda, mentre le risorse vengono dirottate in progetti farlocchi. Le storie di chi deve chiudere a causa di scelte politiche assurde sono ovunque, ma la classe dirigente continua a ballare al ritmo delle *false soluzioni* che propone. Ogni parola pronunciata è come un colpo al cuore delle persone che affrontano veri disastri.

Le promesse mai mantenute

Ma quale futuro ci aspetta? Politiche inefficaci, fondi sprecati e un sistema che sembra realtà di una commedia dell’assurdo. Le promesse dell’Unione Europea risuonano come burle, mentre i diversi paesi europei si confrontano con politiche più ragionevoli rispetto a questo caos. Se solo chi detiene il potere si prendesse la briga di ascoltare gli esperti.

Soluzioni impossibili

Sembra impossibile, ma esistono soluzioni… se solo qualcun altro decidesse di avere il coraggio di metterle in pratica. Ma con chi abbiamo a che fare qui? Valutazioni fuori dal mondo reale e una visione fantasiosa della sicurezza. Se qualcuno avesse mai avuto la decenza di preoccuparsi veramente dei cittadini, saremmo in una situazione diversa. Ma per adesso, continuiamo a pagare il prezzo. Grottesco, non è vero?

La verità è che ci troviamo di fronte al ritorno del controllo e dello spionaggio, simile a quanto accadeva durante gli anni della Guerra Fredda, ma con un cambiamento devastante: la tecnologia. Oggi non abbiamo più bisogno di agenti che si nascondano nell’ombra, abbiamo sateliti, droni e un esercito di hacker pronti a violare privacy e dati. “Foreign Policy” parla già di un UnPeace, un paradossale terzo stadio in cui pace e guerra si mescolano in un’ineffabile confusione.

La Diplomazia Scientificamente Sospesa

In questo contesto, non possiamo ignorare come la diplomazia scientifica fosse un tempo un canale vitale, interrotto dall’attuale aggressione russa in Ucraina. Ugo Amaldi, attraverso i suoi viaggi come fisico del CERN in URSS, porta alla luce storie incredibili: messaggi segreti tra le due sponde, tra scienziati che cercavano di mantenere un delicato equilibrio in un mondo minacciato dalla paranoia. Le sue ambasciate non solo comunicavano, ma anche salvavano vite: grazie a queste, il premio Nobel Andrei Sakharov evase dalle grinfie di un regime sovietico che mirava a farlo scomparire. Ironia della sorte, oggi quei canali sono totalmente chiusi.

Un Futuro Incerottato di Promesse Vuote

E cosa ci resta adesso? Un sistema dove ci lamentiamo di quanto siano complicate le relazioni internazionali, mentre le risorse vengono sprecate e le promesse restano inascoltate. Mentre altri paesi stanno avanzando verso modelli più efficaci e collaborativi, noi siamo intrappolati in un ciclo di ironia e frustrazione. Le soluzioni appaiono come illusorie, come se chi ci governa avesse smesso di ascoltare suggerimenti e idee.

Se mai qualcuno avesse il coraggio di tirare le fila di questa situazione caotica, ci si aspetterebbe un dialogo aperto e onesto, dove la trasparenza e la collaborazione possano finalmente soppiantare la paura e i giochi di potere. Se solo avessimo >qualche futuro brillante< per cui sperare, invece di trovarci a rimpiangere i buoni vecchi tempi dell’infiltrazione e spionaggio!

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